Sperimentare un anno in meno di scuola: quando meno te lo aspetti

Pur sapendo che non avrebbe avuto modo di metterlo in atto, alcune settimane fa il ministro Francesco Profumo ha emanato l’atto d’indirizzo per il 2013. Ha subito precisato che quello, più che un atto dovuto, intendeva essere, soprattutto, un pro-memoria per il suo successore.

Al quinto punto di quell’atto di indirizzo ha inserito, un po’ a sorpresa, la proposta di abbreviare di un anno la durata degli studi, una proposta a lui cara, per la quale aveva istituito un gruppo di lavoro per esplorare possibili ipotesi risolutive, che aveva raccolto nel mondo della scuola più critiche e dissensi che favori.

Una proposta a sorpresa non solo per il suo contenuto, ma per il fatto di essere stata inserita in un atto dal respiro breve come un anno, un tempo ampiamente insufficiente per predisporre una riforma strutturale di quella dimensione.

Nella recente campagna elettorale soltanto il PDL aveva raccolto la sfida dell’abbreviazione del corso di studi proponendo l’inizio del percorso educativo a 5 anni.

Profumo, nel commentare l’atto di indirizzo, aveva precisato che “ridurre di un anno la durata delle scuole superiori è una proposta, ma nessuna decisione è stata presa in proposito”. Invece…

Alcuni giorni fa ha firmato alcuni decreti per avviare la sperimentazione di quattro modelli di riduzione del percorso di studi, una sperimentazione che dovrebbe partire a settembre e durare alcuni anni per offrire ipotesi di riforma da generalizzare per l’intero sistema d’istruzione.

L’Europa non può aspettare – sembra dire Profumo – anche i nostri giovani devono potere conseguire il diploma a 18 anni. Anche a costo di cercare delle scorciatoie.