SPECIALE ritorno a scuola: non solo innovazione e digitalizzazione. La ripartenza in salita di alcune scuole romane

Aree verdi, banchi monoposto colorati, lezioni in giardino e robotica nei corridoi. Ma anche aule senza banchi, scuole che non forniscono mascherine e didattica a distanza. Anche per la scuola primaria. In questa settimana di ripartenza, dove la grande protagonista è senza dubbio la scuola, Tuttoscuola sta raccontando il ritorno sui banchi visto con gli occhi di presidi, insegnanti, genitori e alunni. Tanti gli istituti e i dirigenti scolastici che sono riusciti, grazie anche al sostegno degli enti locali, a trasformare la crisi in opportunità innovando e rinnovando le proprie scuole. Ma tanti sono anche quelli che hanno incontrato qualche difficoltà in più e affrontato una ripartenza più faticosa e in salita.

A Roma, per esempio, alcuni genitori raccontano che i bambini di una scuola primaria hanno iniziato le lezioni senza avere i banchi in classe. Attenzione, non parliamo dei monoposto tanto attesi e spesso oggetto di polemiche, ma anche dei vecchi biposto. In pratica, i piccoli alunni, da quasi una settimana, fanno lezione seduti solamente su una sedia. Per scrivere o disegnare vanno a turno alla lavagna. E a chi si aspettava di trovarsi di fronte a una scuola un po’ più innovativa e, magari, digitale, rispetto a quella che aveva lasciato lo scorso marzo, è stato risposto di abbassare le proprie aspettative: quest’anno solo lezione “super” frontale.

Chiaramente se non ci sono i banchi, almeno nei casi raccontati, non può esserci nemmeno il tempo pieno. “I bambini non possono stare 8 ore fermi e seduti su una sedia – hanno spiegato le maestre alle famiglie -. Quindi, finché non arriveranno i monoposto, il tempo scuola sarà ridotto”. E sulle tempistiche di consegne dei banchi che dovrebbero garantire il distanziamento si naviga a vista: “Il Ministero ha promesso di consegnare tutto entro fine ottobre, ma voci di corridoio vedono allungare i tempi anche fino agli inizi di novembre. Staremo a vedere”, concludono le insegnanti consegnando a bambini e genitori l’orario provvisorio fino a data da destinarsi.

Dalle difficoltà legate agli arredi passiamo a quelle legate alla didattica. Sempre a Roma una mamma racconta a Tuttoscuola i problemi famigliari e, in particolare, del suo bambino di 7 anni che inizia l’anno senza poter abbandonare la Didattica a Distanza. Anche se le linee guida sul ritorno a scuola ne prevedono il ricorso solo per la scuola secondaria di secondo grado, e anche se le linee guida sulla DDI (Didattica Digitale Integrata), pubblicate dal Ministero dell’Istruzione lo scorso 7 agosto, ne prevedono il ricorso per la primaria solo in caso di nuove chiusure. Un giorno sì e uno no, i bambini di questa scuola romana resteranno a casa a fare lezione a distanza. E quando la mamma ha esposto all’insegnante le proprie difficoltà nel tenere insieme esigenze lavorative e famigliari dovute al fatto di dover seguire il figlio a casa mentre fa lezione, racconta di essere stata liquidata con un: “Signora, tanto il bambino farà i compiti e basta”.