Sostegno: solo 17 ore (e 700 Km da percorrere) per accettare il ruolo. La storia di Anna

Pubblichiamo di seguito la storia di Anna (nome di fantasia), che la stessa utente ha inviato alla redazione di Tuttoscuola.

28 luglio 2017, ero in spiaggia a 700 km di distanza da casa, consapevole del fatto che il giorno dopo sarei potuta entrare di ruolo sul sostegno. Prima di prenotare le vacanze avevo messo in conto che mi avrebbero potuto convocare per prendere il ruolo in quanto vincitrice di concorso, ma ero tranquilla perché l’USR Lazio aveva reso noto un cronoprogramma con delle scadenze precise ed eventualmente avrei avuto due giorni di preavviso per organizzarmi e anticipare il mio ritorno. 

Durante la vacanza ho monitorato la situazione minuto per minuto e passata la data prevista per la convocazione, fissata anticipatamente al 25 o 26 luglio, ho iniziato a pensare che ormai sarebbe slittato tutto in quanto il cronoprogramma non è stato minimamente rispettato.

Alle 15,40 di venerdì 28 luglio ho pensato di controllare per l’ennesima volta il sito dell’ATP Roma istruzione, fiduciosa che a breve sarebbe stato pubblicato un avviso per annunciare lo slittamento delle procedure di assunzione e invece, proprio in quel momento, trovo il calendario di convocazione per prendere il ruolo sul sostegno della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria: il giorno fissato per accettare la proposta di assunzione con contratto a tempo indeterminato era il 29 luglio 2017 alle ore 9 al centro di Roma, esattamente 17 ore dopo la pubblicazione dell’avviso di convocazione. L’unico sentimento che ho potuto provare in quel momento è stata tanta rabbia: nemmeno 24 ore di preavviso per permettere alla gente di organizzarsi per raggiungere il luogo della convocazione. In fretta e furia sono tornata a casa, ho preparato le valigie, caricato la macchina e mi sono messa in viaggio per andare a firmare il tanto sognato quanto sudato ruolo nella speranza di non incontrare nessun imprevisto lungo la strada.

Compagna di viaggio oltre alla rabbia è stata l’ansia, l’ansia di non riuscire ad arrivare in tempo a firmare qualcosa che mi sono meritata dopo anni di studio e sacrifici. All’1:30 di notte sono riuscita finalmente a tornare a casa, mi sono messa a preparare la documentazione da portare il giorno successivo, richiesta ovviamente solo alle 15,40 del giorno prima; poche ore di sonno e sono andata a firmare il ruolo chiedendomi come sia possibile che un’insegnante che ha faticato tanto per conquistare quel posto venga trattata in questo modo, rischiando di perdere il suo diritto ad avere un contratto a tempo indeterminato per non aver rispettato i termini previsti delle comunicazioni”.