Sono garantite trasparenza ed equità nella ripartizione dei 200 milioni per il merito?

In attesa di conoscere il decreto attualmente alla registrazione della Corte dei Conti

Il decreto ministeriale che ripartisce alle scuole 200 milioni di euro per premiare i docenti migliori non è ancora noto, in quanto inviato alla Corte dei Conti per la registrazione di rito.

La legge 107/15, Buona Scuola, ha previsto, in proposito, che il fondo viene  “ripartito a livello territoriale e tra le istituzioni scolastiche in proporzione alla dotazione organica dei docenti, considerando altresì i fattori di complessità delle istituzioni scolastiche e delle aree soggette a maggiore rischio educativo”.

Trattandosi di merito personale professionale dei docenti, sembra che quei ‘fattori di complessità delle istituzioni scolastiche’ che dovrebbero essere considerati nella ripartizione del fondo non debbano avere un peso eccessivo nella suddivisione dei 200 milioni.

Nel comunicato stampa emesso ieri dal Miur, dopo l’insuccesso del confronto con in sindacati, anticipa il contenuto del decreto precisando che nella distribuzione sono stati considerati “alcuni fattori di complessità della scuola come la presenza di alunni stranieri, di alunni diversamente abili (non si dice alunni disabili o con disabilità?), il numero medio di alunni per classe, il numero di sedi scolastiche in aree montane o piccole isole”.

Ci auguriamo che questi specifici fattori (più adatti per finanziare il funzionamento delle scuole o per la definizione dell’organico potenziato) non abbiano un peso preponderante. La lettura del decreto ci consentirà di verificarlo.

Inoltre ci auguriamo che, secondo il principio di trasparenza, sia stato esplicitato il criterio ponderale seguito per ciascuna voce, anziché assorbirlo all’interno della somma complessiva assegnata. Una trasparenza (ed equità) che, a suo tempo, è mancata nella legge 107/15 per dar conto del criterio di ripartizione regionale (tabella 1) dell’organico potenziato.