Nella società dei consumi la raccolta differenziata dei rifiuti è diventata una esigenza di tutela dell’ambiente e della salute: un valore da insegnare e praticare anche a scuola. In Italia a che punto siamo?

Grazie alle tabelle ministeriali (Miur prot. 9924 del 13.12.2011) di riparto del rimborso ai Comuni italiani per oltre 38 milioni di euro della Tarsu (tassa rimozione rifiuti solidi urbani), quali oneri derivanti dalle istituzioni scolastiche statali, è possibile rilevare lo stato di attuazione della raccolta differenziata dei rifiuti in Italia con relativa individuazione delle Amministrazioni locali virtuose.

Infatti le tabelle di riparto del rimborso, nel tener conto anche delle intese intervenute il 20 marzo 2008 nell’ambito della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, riportano alcuni dati interessanti derivanti dalle disposizioni relative alla raccolta differenziata.

Dati che non solo consentono di individuare i comuni virtuosi a cui è stata corrisposta una quota aggiuntiva di rimborso della Tarsu, pur se quantitativamente contenuta trattandosi di prima attuazione, ma aiutano anche a costruire la mappa della raccolta differenziata in Italia.

La Conferenza ha previsto che ai Comuni che hanno raggiunto la percentuale di raccolta differenziata pari al 45% venga riconosciuta una quota aggiuntiva rispetto al contributo di base per il rimborso della Tarsu.

Quanti sono i Comuni virtuosi che hanno raggiunto il livello richiesto di raccolta differenziata?

Ce lo dice l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che, a tal proposito, ha rilevato la situazione dei Comuni riferita al 2008.

Tra i 6.884 Comuni italiani che nel proprio territorio hanno scuole statali sono stati 2.347 quelli che hanno realizzato almeno il 45% di raccolta differenziata.

Questi Comuni virtuosi sono un terzo del totale (33,9%). Tra i cento Comuni capoluogo di provincia soltanto 18 hanno raggiunto l’obiettivo qualificato di raccolta differenziata.