Sistema duale/1. La versione italiana

In Italia l’espressione ‘sistema duale’ è stata impiegata nel linguaggio corrente (non ve ne è traccia in testi normativi) per indicare cose diverse: ai tempi della riforma Moratti (legge n. 53/2003) l’architettura a due fuochi o canali del secondo ciclo – licei da una parte, istruzione e formazione professionale (IeFP) dall’altra; dopo il ripristino degli istituti tecnici e professionali (dal 2007) se ne è parlato con riferimento alle esperienze di alternanza scuola-lavoro, più frequenti e più consistenti in quei tipi di scuola secondaria superiore. E si è giunti ad evocare, del tutto impropriamente, il modello tedesco, che è tutt’altra cosa, come vediamo in dettaglio nella news successiva.

In realtà il sistema di istruzione e formazione italiano dai 6 ai 18 anni ha sempre coinciso, per la grandissima maggioranza degli studenti, con il sistema scolastico, sia quando si tentò la via della riforma della secondaria superiore a impianto unitario (legge n. 30/2000, riforma Berlinguer), sia quando, con la citata riforma Moratti, si affiancò alla straripante area dei licei (compresi gli istituti tecnici travestiti da licei ‘vocazionali’) una minuscola area, quella costituita essenzialmente dall’ex formazione professionale regionale, che interessava un 5-6% dei 14-18nni in buona parte drop-out del sistema scolastico. Troppo poco, e con troppo pochi legami veri con il mondo delle attività produttive, per poter parlare di un sistema ‘duale’ con due canali “di pari dignità”, come pure fu detto.

Negli ultimi anni la situazione non è sostanzialmente cambiata, anche se nel Nord il sottosistema IeFP si è un po’ rafforzato (ma non tanto da diventare un’alternativa competitiva con la scuola, salvo che per taluni corsi in Lombardia). Si torna dunque a parlare di elementi di ‘sistema duale’ con riferimento alle esperienze di lavoro, in forma di apprendistato, da inserire in alcuni percorsi dell’istruzione tecnica e professionale (200 ore nel IV e V anno). Esperienze interessanti e utili, a nostro avviso, per avvicinare la scuola al mondo del lavoro (sul tema è tornato lo scorso 2 ottobre il ministro Giannini nel suo intervento alla ‘Piazza dei mestieri’ di Torino), ma che non hanno nulla a che vedere con il sistema duale tedesco, le cui radici sono nelle imprese e nel lavoro, non nella scuola.