Si è dimesso il Consiglio d’amministrazione Invalsi (ex Cede)

Il governo non può interferire con l’autonomia del lavoro di ricerca dell’Invalsi: con questa motivazione il consiglio d’amministrazione dell’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione (ex Cede, Centro Europeo dell’Educazione) si è dimesso. I consiglieri Giorgio Allulli, dirigente di ricerca dell’Isfol, Piero Lucisano, docente di pedagogia alla Sapienza di Roma e Michele Pellerey, rettore del Pontificio Ateneo Salesiano, hanno comunicato la decisione con una lettera alla Moratti, come già aveva fatto il presidente dell’Istituto, prof. Vertecchi, agli inizi di settembre, subito seguito dall’altro consigliere Bruno Dente, docente di scienza dell’amministrazione a Milano. La ragione che ha indotto anche gli altri consiglieri a rimettere il mandato è la stessa addotta da Vertecchi: la richiesta, da parte dell’attuale Ministro – formulata per bocca del capo di gabinetto Michele Dipace – di porre l’attività dell’Istituto in sintonia con gli orientamenti del nuovo governo.
Questa richiesta, ritenuta in contrasto con il ruolo del consiglio di amministrazione di garantire, tra l’altro, l’autonomia dell’istituto, è stata giudicata inaccettabile. Di qui le dimissioni.
A questo punto si rafforza l’ipotesi, già avanzata da Tuttoscuola in una precedente newsletter, che le attività di valutazione del Ministero vengano sdoppiate: all’INVALSI sarebbero assegnati compiti di monitoraggio e valutazione interna, istituzionale, mentre un nuovo Servizio di valutazione, indipendente dal Ministero, farebbe la valutazione esterna, in completa autonomia rispetto alle politiche governative. In questa logica si spiega la nomina di Giovanni Trainito, già capo del dipartimento per lo sviluppo dell’istruzione, a Commissario per la gestione dell’INVALSI.