Selezione docenti, più rigore in Gran Bretagna

Recentemente, il governo inglese ha comunicato l’intenzione di rendere più difficili le modalità di selezione degli aspiranti insegnanti, con la prospettiva di aumentare in tal modo la qualità dell’insegnamento.

Le nuove procedure, predisposte da un gruppo di dirigenti scolastici ed esperti, partiranno dal prossimo settembre e proporranno in particolare test di lingua, matematica e ragionamento.

Al posto delle semplici prove di aritmetica o di punteggiatura oggi somministrate, gli aspiranti tirocinanti saranno sottoposti a più complessi problemi matematici da risolvere senza ausilio di calcolatrici. Dovranno inoltre rispondere a quesiti di lingua più lunghi, oltre alle tradizionali domande relative alla grammatica, all’uso della punteggiatura e alla conoscenza di un determinato numero di vocaboli. Sono previsti anche quesiti riguardanti la capacità di risolvere problemi, il livello di ragionamento trasversale e la capacità di analizzare e valutare situazioni.

La decisione del governo di rendere più selettivi i test di accesso al tirocinio è stata accompagnata, come sempre, da differenti opinioni in merito.

Da più parti si è infatti fatto osservare che il primo passo per aumentare il livello di rendimento degli insegnanti non sta tanto nelle modalità di reclutamento, ma da cosa si intende fare per conservare e valorizzare il personale insegnante oggi in servizio. Appare sbagliato far passare il messaggio che i mali attuali della scuola siano da collegarsi ad un personale mal selezionato in passato. I laburisti hanno fatto sapere di aver elaborato un proprio piano per aumentare la qualità dell’insegnamento, soprattutto a partire dal tirocinio, ma senza dimenticare l’aggiornamento durante l’arco della vita lavorativa degli insegnanti. Hanno inoltre criticato l’eccesso di retorica che caratterizzerebbe la scelta del governo, che mortifica il ruolo degli insegnanti (nei giorni scorsi il ministro dell’istruzione Gove aveva definito piagnucoloni gli insegnanti).