Se il giudice ignora la sentenza della Cassazione per la stabilizzazione dei precari

L’annosa questione della rivendicazione per la stabilizzazione dei precari con tre anni continuativi di servizio, accompagnata da ricorsi e sentenze di giudici del lavoro, sembrava definitivamente chiusa con la sentenza della Cassazione che ha ritenuto non applicabile al personale scolastico statale la direttiva europea in materia.

Mentre alcuni sindacati della scuola dichiaravano di voler spostare il contenzioso in sede europea chiedendo alla Corte di giustizia di Strasburgo di dichiarare nulla la sentenza della Cassazione, in Italia sembravano chiuse tutte le vertenze e le class action avviate per tutelare i precari triennalisti.

Invece…

Da L’Aquila è arrivata la notizia di un’altra favorevole sentenza per i precari da parte del giudice del lavoro, che ha preferito ignorare la sentenza della Cassazione e invocare la direttiva europea.

Esponenti dello Snals che hanno sostenuto i precari nella vertenza hanno esultato, dopo che il Giudice del Lavoro presso il Tribunale dell’Aquila, Anna Maria Tracanna, nei giorni scorsi ha condannato il Miur al pagamento di venti mensilità a favore di ciascun precario che avesse stipulato almeno tre contratti annuali, a titolo di sanzione per il mancato rispetto da parte dell’Amministrazione scolastica della normativa comunitaria.

Se le cose stanno così, perché ricorrere a Strasburgo? C’è comunque da chiedersi: se il giudice ha ignorato la sentenza della Cassazione, perché la difesa del Miur (Avvocatura dello Stato?) non l’ha richiamata?

L’Aquila potrebbe dunque fare scuola, perché, a quanto risulta a Tuttoscuola, nella class action intentata alcuni mesi fa contro il Miur per la tutela di centinaia di precari l’Avvocatura dello Stato non si è costituita a difesa rimettendo ogni intervento difensivo ai dirigenti scolastici presso i quali i precari avevano lavorato.