Scuole paritarie: saranno davvero la seconda scelta dei bocciati al concorso?

Camera e Senato in questi giorni sono ai preliminari (lettura, relazioni introduttive) degli schemi degli otto decreti delegati della Buona Scuola, poi da lunedì cominceranno le audizioni per raccogliere pareri da associazioni, organizzazioni e rappresentanze varie del mondo della scuola, prima di cominciare il lavoro vero e proprie per esprimere il richiesto parere entro il 17 marzo p.v.

Di criticità rilevate ce ne sono diverse all’interno degli schemi di decreto alcune delle quali vincolate espressamente dalla stessa delega e, quindi, difficili da rimuovere.

Tra queste, il Corriere della sera, in un documentato servizio di Orsola Riva, ieri ha evidenziato “il problema gigantesco degli insegnanti delle scuole paritarie”, che attualmente devono essere abilitati (pena il disconoscimento della parità delle scuole in cui insegnano) e che dal 2020, secondo la previsione del decreto, dovranno essere specializzati all’insegnamento (la nuova formulazione dell’abilitazione), frequentando a proprie spese presso l’università i corsi di specializzazione previsti gratuitamente per i vincitori di concorso.

Capiterà in molti casi che ai prossimi concorsi per la scuola secondaria i candidati non vincitori (bocciati o non inclusi nella graduatoria di merito) potranno, pagando, essere ammessi a frequentare, come soprannumerari, i corsi organizzati dalle università (gratuitamente) per i vincitori di concorso.

Siederanno sui banchi dell’università, uno accanto all’altro, studenti paganti e studenti ammessi gratuitamente: i primi con la speranza di avere un posto di lavoro, i secondi con il posto fisso certo.

Una situazione che la giornalista ritiene ‘paradossale’ e che avrà come conseguenza “il rischio che la scuola privata (paritaria) diventi la seconda scelta di chi è stato scartato dal concorso”.

Non sarà facile modificare il testo dello schema anche se la relatrice Manuela Ghizzoni (PD) ha parlato semplicemente di problema di formulazione”.

In effetti il punto 8 della delega (comma 181, lettera c) della legge 107/15) prevede “la previsione che il conseguimento del diploma di specializzazione costituisca il titolo necessario per l’insegnamento nelle scuole paritarie”; e al punto 3.4) “la possibilità, per coloro che non hanno partecipato o non sono risultati vincitori nei concorsi nazionali di iscriversi a proprie spese ai percorsi di specializzazione per l’insegnamento secondario”.

Era tutto già scritto, dunque, per docenti di serie B per la scuola che dovrebbe chiamarsi paritaria.