Scuole aperte: il modello Bergamo

Il 26 ottobre il Comune di Bergamo ha presentato il progetto Scuole Aperte, messo a punto in collaborazione con le scuole e il terzo settore, volto a rendere disponibili gli spazi delle scuole in orario pomeridiano per attività educative di interesse per il territorio e per i genitori lavoratori. Il progetto è finanziato grazie a due bandi differenti, uno nazionale – il ‘Bando Periferie’ (Bergamo si è classificata al quinto posto su 121, aggiudicandosi 18 milioni di euro) – e uno regionale, il ‘Bando Conciliazione’, programmaticamente finalizzato a conciliare le esigenze del lavoro con quelle della vita familiare.

L’iniziativa è di notevole rilievo e spessore istituzionale perché coinvolge in modi diversi tutti e nove gli Istituti comprensivi del Comune di Bergamo fino al 2019-2020, e si propone come una vera e propria esperienza pilota anche in campo nazionale. Interessante e innovativo è in particolare il modello organizzativo, che prevede una stretta collaborazione tra l’Ente locale, le istituzioni scolastiche e soggetti esterni, dalle associazioni genitori alle cooperative sociali: si tratta di una soluzione flessibile e partecipativa, del tipo che Tuttoscuola ha suggerito anni fa mettendola al primo posto nel dossier ‘6 idee per rilanciare la scuola e contribuire alla crescita del Paese’, pubblicato nel mese di settembre 2013, col titolo ‘l’ottimizzazione dell’utilizzo delle strutture scolastiche’.

Giustificata appare la soddisfazione dell’Assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo Loredana Poli: “è un modo per andare incontro alle esigenze e alle richieste dei genitori, per confermare le attenzioni educative a ragazze e ragazzi nonché di far vivere spazi che non vengono sfruttati adeguatamente per tutto l’arco della giornata”. Così viene rafforzata “la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile finalizzato all’incentivazione di una cittadinanza attiva”.