Emergenza Commissari per il concorso: Miur e Mef al lavoro per aumentare il compenso

Dossier di Tuttoscuola sulle commissioni per il concorso docenti

La denuncia di Tuttoscuola sulla difficoltà di formare le commissioni di concorso e sull’esiguo compenso di un euro l’ora riservato ai commissari (“AAA Commissari per concorso cercansi. A un euro l’ora…”), ripresa dai media nazionali, sta dando i suoi frutti.

Il premier Renzi, dopo aver dichiarato ieri a Verona che il trattamento riservato ai commissari è ingiusto (“sono d’accordo, un euro all’ora è poco. Ci lavoriamo”), sembra proprio che non si sia fermato alle parole.

Risulta infatti a Tuttoscuola che dal ministero dell’economia, che fino ad ora era rimasto sordo alle richieste del Miur, si sono subito mossi, probabilmente sollecitati proprio dal premier.

Secondo le indiscrezioni da noi raccolte da fonti attendibili, da Via XX settembre sarebbe stata avanzata una richiesta al Ministero dell’istruzione di fornire le informazioni sui costi dei compensi ai commissari.

Insomma l’ordine impartito dal premier sta già trovando esecuzione, e il compenso dei commissari verrà adeguato, probabilmente già nei prossimi giorni, dal momento che la data della prima prova è attesa per il 28 aprile (oggi verrà ufficializzata) e il ministero dell’istruzione ha assoluta necessità di raccogliere le adesioni da parte dei potenziali commissari e di formare le commissioni in poco tempo. Per cui l’”incentivo” verso chi ha i requisiti deve essere reso noto al più presto.

Infatti va tenuto conto dei tempi tecnici necessari affinché le commissioni, tra soli 16 giorni (28 aprile), siano al loro posto.

E non è un caso che oggi altri tre Uffici scolastici regionali abbiano riaperto i termini per la presentazione delle domande a commissario.

 

 

L’operazione aumento del compenso non è banale e richiede un decreto

Proviamo a riepilogare le operazioni preliminari per raggiungere l’obiettivo, ognuna delle quali richiede tempo e dovrà essere adeguatamente concertata:

– gli Uffici scolastici regionali interessati devono accertare i requisiti di chi farà la domanda per fare il commissario ed eventualmente selezionare sulla base dei curricoli presentati;

– l’USR procede alla nomina della commissione con i componenti effettivi (presidente, i due commissari e i due aggregati, per lingua straniera e competenze informatiche; e poi alla nomina di altrettanti membri supplenti);

– le commissioni si devono insediare (prendere conoscenza della tipologia del concorso, delle sedi, del numero di candidati, etc);

– dovranno esaminare le apposite istruzioni fornite dal Miur per questa particolare forma di concorso, oltre ad accertare la funzionalità delle aule informatiche, e altre questioni tecniche.

 

I compensi attualmente definiti sono quelli previsti dal decreto interministeriale 12 marzo 2012 per il concorso per dirigenti scolastici.

Qualsiasi modifica su quei compensi non può che avvenire nella stessa forma di decretazione. Da qui l’urgenza di decidere presto per poi far seguire gli atti formali.

Gli attuali e i possibili nuovi compensi per i commissari

Il corrispettivo economico per i commissari attualmente previsto è di 251 euro per il presidente e di 209,24 euro per i commissari (valori lordi).

E ciò per tutto il lavoro, in un arco di tempo che va dall’insediamento delle commissioni (aprile) alla pubblicazione delle graduatorie (probabilmente luglio-agosto per la maggior parte delle commissioni).

Al compenso base vanno poi aggiunti 50 centesimi di euro per la correzione di ciascun elaborato e 50 centesimi di euro per ogni candidato esaminato all’orale. Pertanto a ciascun membro di una commissione di 500 candidati (numero massimo), verranno riconosciuti 250 euro lordi per la correzione della prova scritta.

Ipotizzando che superi lo scritto il 50% dei candidati, per l’orale verrebbero riconosciuti ulteriori 125 euro lordi. Tirando le somme, e tenendo conto che alcune commissioni avranno un numero contenuto di candidati, ogni commissario potrà aspettarsi un corrispettivo totale tra i 300 e i 700 euro lordi.

In particolare il presidente di una commissione con 500 candidati da esaminare guadagnerà 651 euro lordi, un commissario ordinario 609 euro lordi.

Il tutto senza essere esonerati dal servizio e senza nemmeno avere il rimborso per le spese di viaggio.

Per quante ore di lavoro?

Si possono stimare almeno 550/600 ore di lavoro per una commissione con 500 candidati da esaminare. Da qui un compenso orario di poco più di un euro.

Quali interventi sono possibili per rendere più appetibile la partecipazione al concorso in qualità di commissari?

Proviamo ad avanzare alcune ipotesi. Il Miur, dietro avallo del ministero dell’economia, potrebbe agire su uno o più di questi fronti: i compensi, i rimborsi e i requisiti di accesso.

Compensi: (ipotesi a) Per il compenso base potrebbe essere assunto a riferimento quello previsto per le commissioni di maturità (1.249 euro per il presidente, 911 per ciascun commissario) senza compensi aggiuntivi per gli elaborati corretti e per i candidati esaminati all’orale.

In subordine (ipotesi b) il compenso base assunto a riferimento dei compensi per la commissioni di maturità potrebbe essere corrisposto in misura pari al 50%, a cui potrebbero essere aggiunti 0,50 euro per ognuno dei sei elaborati a risposta aperta da correggere (e non per l’intera prova scritta), per un totale di 3 euro per candidato e per ciascuno dei 4 commissari), nonché 1 euro per ogni candidato esaminato da ciascun membro di commissione all’orale.

Nell’ipotesi a) i compensi da corrispondere alle mille commissioni sarebbero di 4.893 euro l’una, pari complessivamente a 4,9 milioni di euro.

Nell’ipotesi b) i compensi di base per ogni commissione sarebbero di 2.246 euro, pari complessivamente a 2,2 milioni di euro a cui dovrebbero essere aggiunti circa 2,8 milioni di euro per la correzione degli elaborati (0,50 euro x 6 quesiti x 4 commissari x 230.000 esaminati) e altri 720 mila euro per 140 mila circa per un costo complessivo di 5,7 milioni di euro.

 

Rimborsi: ai componenti delle commissioni di concorso potrebbero erogati i rimborsi forfettari per spese di viaggio nelle misure e alle condizioni previste per i commissari di maturità.

Requisiti di accesso: per gli aspiranti commissari potrebbero essere ampliati i requisiti di anzianità di quiescenza dei pensionati (da tre a cinque anni) e l’anzianità di ruolo dei docenti (anche inferiore a 5 anni).

 

La stima dei Ricavi

Facciamo un po’ di conti, partendo da un presupposto: il concorso prevede dei costi, ma anche – strano a dirsi – dei ricavi per lo Stato. Infatti per la prima volta per partecipare al concorso docenti occorre pagare 10 euro per diritti di segreteria.

Lo ha previsto la legge 107/15 sulla Buona Scuola al comma 111. I diritti di segreteria serviranno anche a coprire i costi relativi alle procedure concorsuali, le spese di vigilanza e segreteria e le spese di esercizio delle sedi di concorso.

Se si considera che ogni candidato, soprattutto per scuola dell’infanzia e scuola primaria, ha presentato mediamente un paio di domande di iscrizione l’incasso complessivo per diritti di segreteria (10 euro per ogni tipo di concorso a cui i 165 mila candidati partecipano) potrebbe arrivare intorno ai 2,5 milioni di euro, coprendo quasi interamente le spese per i commissari in base ai compensi attuali.

Lo Stato oltre a questi “ricavi” per diritti di segreteria reincassa l’Irpef sui compensi ai commissari (subito la trattenuta del 20% pari a mezzo milione di euro e altrettanto in sede di dichiarazione dei redditi).

Per ulteriori informazioni sulle regole relative alle commissioni di esame, si veda il mini vademecum di Tuttoscuola in allegato.

 

Il commento di Tuttoscuola: rivalutare il valore del lavoro intellettuale degli insegnanti, una categoria in crisi d’identità

 

Scriveva il 10 aprile Tuttoscuola, a conclusione dell’inchiesta sulle difficoltà nell’organizzazione delle prove concorsuali per mancanza di “materia prima”, i commissari d’esame: “la soluzione non può che passare per compensi più adeguati che convincano le persone che hanno i requisiti ad accettare di fare da commissari”.

 

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha capito al volo la criticità, sia dal punto di vista strettamente politico (come conciliare l’annunciato proposito di rivalutare il prestigio sociale degli insegnanti con un compenso inferiore non solo a quello per servizi domestici, ma addirittura anche a quello del caporalato?), sia del possibile flop organizzativo del concorso per assenza di commissari adeguati, con conseguenti ricadute sul piano politico, e ha dato l’input di rivedere i compensi per i commissari di esame. 

 

Se la nostra denuncia, rilanciata da un articolo di Gian Antonio Stella sulla prima pagina del Corriere della sera e ripresa da telegiornali, siti e da numerose dichiarazioni politiche e sindacali, come ormai sembra certo, andrà a buon fine, verrà conseguito non solo un obiettivo di equità nei confronti di chi impegna tempo e professionalità per un’attività di alta responsabilità, ma sarà anche compiuto un passo, piccolo ma importante, per riconoscere il valore di prestazioni professionali di grande delicatezza, come sono quelle di insegnanti esperti chiamati a sceglierne altri, più giovani, ai quali affidare il futuro della scuola. Un compenso così misero per un lavoro tanto impegnativo non può che legittimare nell’opinione pubblica una ben scarsa considerazione non solo per gli insegnanti ma per la stessa scuola come istituzione.

“Se lo scandalo suscitato da questo caso limite di sottoretribuzione – dichiara il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra – servirà ad aprire una riflessione più generale sul ruolo e sul prestigio sociale della scuola e dei suoi insegnanti, una categoria in crisi d’identità, la denuncia di Tuttoscuola sarà servita a una buona causa.

Siamo contenti di aver sollevato un caso che ha messo persino d’accordo Salvini (che ha lamentato che i commissari venivano pagato “meno di una sguattera del Guatemala”) e Renzi.

Auspichiamo che si diffonda a tutti i livelli e in senso bipartisan una presa di coscienza della necessità di rivalutare il valore del lavoro intellettuale degli insegnanti”.