Ragone (SNALS):E’ necessario un intervento legislativo organico di semplificazione delle norme

Tuttoscuola prosegue il suo viaggio che mira a chiarire il ruolo del dirigente scolastico, attraverso interviste mirate ai responsabili delle principali associazioni e sindacati italiani. Oggi è il turno di Pasquale Ragone, coordinatore nazionale dei dirigenti scolastici  Snals. Prima di lui abbiamo intervistato Maddalena Gissi, segretario generale della CISL scuola, il  segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo, Giorgio Rembado, presidente dell’ANP (Associazione Nazionle Presidi),  Giuseppe Turi segretario della UIL scuola, ed  Ezio Delfino, presidente nazionale  Di.S.A.L. (Associazione Dirigenti Scuole Autonome e Libere).

Il rinnovo del contratto è al punto zero. Anche la legge 107 che avrebbe potuto dare segnali di adeguati riconoscimenti economici ha tradito le aspettative della categoria. Sarà necessario un forte impegno per ottenere che nella prossima finanziaria siano individuate risorse adeguate per assicurare un innalzamento della retribuzione sia per conseguire la perequazione sia esterna con le altre dirigenze,  sia  interna tra vincitori dei concorsi ordinari e riservato per gli ex presidi incaricati e il personale proveniente dalla carriera direttiva. Gli aumenti che chiederemo devono essere correlati alla valorizzazione della dirigenza scolastica in relazione alle propria specificità, qual è quella di essere preposta ad una unità lavorativa complessa.

 Quali sono le cause di debolezza della dirigenza scolastica?

 “Sicuramente sono molteplici e di diverso segno. Intanto il momento storico in cui fu istituita, con una autonomia scolastica appena abbozzata nonostante la retorica di averle attribuito rango costituzionale. Un’autonomia senza reali risorse finanziarie e con un quadro normativo relativo all’organizzazione scolastica centrato ancora sugli organi collegiali del 1974. Un’altra epoca, con altri valori, con altre aspettative nella e dalla scuola.

La legge attribuiva alla dirigenza la rappresentanza legale, la titolarità delle relazioni sindacali, la responsabilità della gestione organizzativa, didattica e finanziaria, ma senza strumenti nuovi sia sotto il profilo dell’organizzazione che delle risorse professionali e strumentali che le consentissero di esplicitare compiutamente le nuove competenze e responsabilità connesse con l’autonomia scolastica.

Questo dato è stato motivo di frustrazione nella categoria. Un altro elemento da tenere presente è quello del reclutamento dei nuovi dirigenti e la formazione in servizio per tutti i dirigenti che l’Amministrazione non ha curato in modo adeguato per dotare la categoria di strumenti professionali consoni alle nuove sfide che l’autonomia ha imposto. Su questo fronte, è opportuno sottolinearlo, sono stati i sindacati di categoria a fare opera di supplenza organizzando convegni e seminari su materie attinenti alla professione dei dirigenti.

Non cito infine la parte retributiva della questione perché è a tutti nota l’insufficienza della retribuzione a fronte delle maggiori responsabilità connesse allo status dirigenziale.”

Come si riforma la dirigenza scolastica?

“E’ necessario un intervento legislativo organico di semplificazione delle norme vigenti e di una riforma degli attuali organi collegiali, distinguendo tra organi di indirizzo e gestione e organi di controllo affidando al dirigente scolastico la presidenza e conseguente responsabilità dei primi e lasciando a soggetti esterni la valutazione della performance della scuola.

L’attività di indirizzo e gestione deve tener conto ovviamente delle competenze e dei poteri in materia di istruzione ed educazione del collegio dei docenti quale organo di tutela della libertà d’insegnamento, ma anche degli studenti e delle famiglie quali portatori di legittimi interessi ed aspettative in materia di apprendimento e formazione.”

La legge 107 è portatrice di una nuova cultura e mentalità nella dirigenza scolastica?

“Certamente, ma in un quadro di organizzazione scolastica che è rimasto immutato con le inevitabili conseguenze sul piano operativo. Non va poi dimenticato, a nostro parere, che le innovazioni introdotte per esempio per quanto riguarda la gestione del bonus per i docenti travalicano la coerenza dell’attuale quadro normativo, introducendo una procedura che può indebolire il dirigente nei rapporti professionali se le sue decisioni non troveranno una condivisione profonda e accettata da tutto il personale.

L’autorevolezza, in contesto lavorativo di alte professionalità qual è la scuola, paga più dell’autorità attribuita da una legge.”

Regole e vincoli rendono sempre più difficile l’operare dei dirigenti scolastici. Quali norme e vincoli dovrebbero essere eliminati?

 “Innanzitutto bisogna liberare i dirigenti scolastici da quelle che ormai chiamiamo molestie burocratiche che vengono dall’Amministrazione ( questionari, rilevazioni…….. ). Sono diventate troppe e troppo frequenti.

C’è poi la questione delle responsabilità connesse alla normativa sulla sicurezza che va affrontata in modo radicale: l’istituzione scolastica utilizza gli edifici senza esserne proprietaria. Tutte le responsabilità sull’efficienza degli edifici va restituita ai proprietari, liberando il dirigente scolastico da ogni responsabilità amministrativa, civile e penale.”

Si potrebbero “spacchettare” le competenze e le responsabilità dei dirigenti scolastici? Come?

“Un eventuale spacchettamento di competenze e responsabilità rappresenterebbe un ulteriore indebolimento delle dirigenza. E’ opportuno mantenere l’unitarietà della funzione sotto il profilo organizzativo, didattico e finanziario prevedendo la formazione di uno staff di collaboratori ai quali delegare incarichi, anche con margini di discrezionalità, una sorta diruolo ” direttivo “ che deve rendere conto al dirigente secondo le direttive che ha dato. I docenti che hanno fatto parte dello staff dovrebbero avere un percorso preferenziale per accedere alla carriera dirigenziale.”

La revisione del regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche (n. 44/20001) che il Miur sta elaborando va in questa direzione?

 “Il nostro auspicio è che eventuali modifiche del regolamento seguano il percorso della semplificazione anche nella logica di assicurare la massima trasparenza nella gestione finanziaria.”

I dirigenti scolastici si autorganizzano al di là ed oltre  le organizzazioni sindacali e professionali. Perché?

 “E’ un segnale della crisi di rappresentatività che investe tutte le istituzione e deriva dalla constatazione che i punti nodali delle questioni non riescono ad essere sciolti compiutamente. E’ emblematico che si stanno rafforzando sindacati di categoria e associazioni professionali che puntano la loro azione quasi esclusivamente sulle azioni giudiziarie, chiedendo ai giudici di riconoscere adeguamenti della retribuzione che governo e parlamento continuano ad ignorare.”

A che punto è il contratto? Quali le condizioni e le difficoltà da superare? Quali le previsioni?

 “Il rinnovo del contratto è al punto zero. Anche la legge 107 che avrebbe potuto dare segnali di adeguati riconoscimenti economici ha tradito le aspettative della categoria. Sarà necessario un forte impegno per ottenere che nella prossima finanziaria siano individuate risorse adeguate per assicurare un innalzamento della retribuzione sia per conseguire la perequazione sia esterna con le altre dirigenze, sia  interna tra vincitori dei concorsi ordinari e riservato per gli ex presidi incaricati e il personale proveniente dalla carriera direttiva. Gli aumenti che chiederemo devono essere correlati alla valorizzazione della dirigenza scolastica in relazione alle propria specificità, qual è quella di essere preposta ad una unità lavorativa complessa.”