Bilanci di competenze: le ragioni di un posizionamento (dove?) a determinati livelli (quali?), percepiti (da chi?)

Un altro degli elementi che suscitano preoccupazione è la richiesta ai docenti neoassunti di ‘autovalutarsi’ attraverso la compilazione di un format predisposto per il ‘bilancio delle competenze’, ai fini di inserirlo nel Portfolio del docente e forse di poter (non è evidenziato e chiarito sufficientemente) disporre un’opportuna formazione in servizio. Certo con lo spauracchio della valutazione che si aggira nella scuola, la consapevolezza che tanta "vecchia guardia" del MIUR e della scuola sia poco competente sia in valutazione come in ‘bilanci di competenze’, non siamo nel clima migliore per chiedere e per ottenere dei validi bilanci.  In molte occasioni sembra di avere a che fare con un genitore che… ha fatto una rapida e poco competente sintesi della sua scuola e insegnante ideali.

Sulla questione del ‘Bilancio di competenze" molto critico è il prof. Galli della Loggia che sul Corriere della Sera non a torto si sofferma anche su come viene tortuosamente espressa la richiesta ad ogni docente di "descrivere e sintetizzare le ragioni del proprio posizionamento rispetto ai livelli di competenza percepiti".

Il professore riporta diverse parti e quesiti posti nel modello che, pur comprendendone le buonissime intenzioni, denotano un certo "pressapochismo" scientifico e poca … competenza.

È giusto porre le questioni salienti per l’aggiornamento della professione docente ai neo assunti (se è per questo, perché non anche ai docenti di ruolo?) ma, e non è questione di forma, c’è modo e modo. Sul bilancio delle competenze c’è una vastissima letteratura e si sono fatte ricerche di anni, anche a livello europeo dove, guarda caso, l’Italia si è distinta. Ma chissà se di questo si è tenuto conto… sembrerebbe di no! Un bilancio delle competenze nella professione docente sarebbe straordinariamente utile, sia per capire sia per indirizzare la formazione continua e obbligatoria – come la nuova legge vuole – ma anche per aiutare l’interiorizzazione dei processi di apprendimento/insegnamento messi in atto dal docente e, soprattutto, indurre quella consapevolezza che motiva la partecipazione alla formazione e che può rendere quella formazione veramente efficace.