Prove scritte: basteranno le aule?

Le prove scritte del concorso saranno tante quante sono le classi di concorso e comporteranno un nutrito calendario di date che potrebbero arrivare a metà maggio o forse oltre.

Il tipo di prova, tutta al computer, richiede l’utilizzo di migliaia di postazioni all’interno di laboratori o aule informatiche individuate presso scuole o altre sedi pubbliche idonee.

Sulla carta tutto sembra a posto, ma cosa succederebbe se, alla chiusura della presentazione delle domande il 30 marzo, risultasse un numero di candidati in una data regione e per un determinato concorso troppo elevato per le capacità ricettive delle strutture predisposte?

Occorrerebbe ricorrere a sedi attrezzate lontane dal capoluogo o in altra provincia della regione e/o alla turnazione della prova scritta.

Un secondo turno di prove, però, esigerebbe la somministrazione di nuovi quesiti che, per quanto  equivalenti ai precedenti per peso e difficoltà, sarebbero ovviamente diversi da essi. Con conseguente rischio di ricorsi da parte dei candidati che risultassero esclusi dalla prova orale per non avere ottenuto il punteggio minimo di 28/40 a quella scritta.

Ci si deve augurare che al Ministero abbiano fatto bene i conti, ma l’incognita permarrà fino a quando, dopo il 30 marzo, si saprà con precisione quanti saranno e come saranno distribuiti i candidati.