Scuola dell’Infanzia, esiste anche quella di serie B: meno ore e momenti di socializzazione

Non è tutto al meglio in questa scuola statale dell’infanzia che in questi giorni ha celebrato il mezzo secolo di vita. Accanto a un’offerta educativa a tempo pieno e strutturata appositamente per bambini di almeno tre anni di età, c’è anche chi opta per un’offerta ridotta a poche ore al giorno, rivolta anche a bambini con meno di tre anni, che però esprime minore qualità. Eppure una quota crescente di bambini si avvale di queste formule riduttive di servizio educativo. Esaminiamo da vicino questa offerta ridotta: un orario parziale di frequenza, rimanendo a scuola poche ore al mattino per poi ritornare a casa senza nemmeno consumare il pasto a scuola.

I momenti di attività educativa e di socializzazione – importanti per la formazione dei piccoli – sono ridotti al minimo, così come viene a mancare il pranzo insieme come momento formativo e di avvio ad una forma dietetica corretta.

All’origine di questa scelta di avvalersi dell’orario ridotto – consentito dalla normativa – c’è spesso una ragione economica legata al costo della retta dovuta al consumo del pasto.

Sembra che ad avvalersene siano soprattutto le famiglie straniere che, in questo modo, limitano purtroppo le condizioni di piena integrazione dei loro figli.

In taluni territori – in Sicilia e in particolare a Palermo, Catania e Messina – le ragioni sono anche altre. Da sempre, cioè da circa mezzo secolo, molte scuole statali funzionano soltanto a tempo ridotto, in quanto non è mai stato attivato dalle Amministrazioni comunali il servizio di mensa.

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