Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Il sasso nello stagno: come avviare i tuoi studenti al racconto fantastico

Pubblichiamo un’unità di apprendimento che si ispira al testo “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari. Si tratta di attività che vengono suggerite a titolo esemplificativo e che necessitano di essere declinate secondo la specificità di ogni studente o gruppo di studenti.

Di Teresa Natale

Il sasso nello stagno: avviare al racconto fantastico

Lingua italiana

Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria tratte dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione (2012)

Ascolto e parlato

Raccontare storie personali o fantastiche rispettando l’ordine cronologico ed esplicitando le informazioni necessarie perché il racconto sia chiaro per chi ascolta.

Scrittura

Comunicare con frasi semplici e compiute, strutturate in brevi testi che rispettino le convenzioni ortografiche e di interpunzione.

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

Ampliare il patrimonio lessicale attraverso esperienze scolastiche ed extrascolastiche e attività di interazione orale e di lettura.

 

Titolo

IL SASSO NELLO STAGNO

Classe TERZA

Obiettivi di apprendimento

Annuali

Obiettivi dell’Unità di Apprendimento mensile

 

Itinerario metodologico

 

Contenuti

Abilità

A.

RACCONTARE STORIE IN MODO CHIARO.

B.

Verbalizzare e rappresentare graficamente una serie di eventi attraverso diversi linguaggi.

 

 

Strategie e tecniche per imparare a scrivere in modo creativo testi narrativi.

 

La struttura di un racconto.

 

Le sequenze narrative.

 

I connettivi.

 

 

A.1

Ideare un racconto ricorrendo a parole-chiave.

A.2

Strutturare un racconto di fantasia utilizzando semplici sequenze narrative.

A.3

Ricorrere a relazioni logico-causali, temporali e spaziali.

A.4

Saper costruire racconti coesi e logici, ricorrendo a soluzioni originali e inusitate.

B.1

Rappresentare semplici sequenze narrative attraverso il disegno.

B.2

Rappresentare esperienze personali attraverso il disegno.

B.3

Ricorrere a termini e espressioni linguistiche coerenti con ciò che si vuole esporre.

 

Incipit

Racconto di esperienze ed osservazioni relative  al fatto che un oggetto, se gettato in acqua, produce una serie di onde che si propagano nel liquido.

Svolgimento

Distribuzione di fogli con cerchi concentrici,

individuazione di una parola centrale.

Ricerca di parole ad essa collegata.

Elaborazione di un possibile racconto fantastico.

Condivisione dei lavori svolti attraverso lettura a voce alta dei racconti.

Conclusione

Costruzione di un cartellone in cui esporre le parole scelte, il racconto, un disegno che rappresenti il racconto fantastico appena scritto.

(Fiorin I, La buona scuola. Processi di riforma e nuovi orientamenti didattici, La Scuola, Brescia, 2008)

Per potenziare le capacità creative e narrative di ogni alunno, lavorando con le parole e ispirandoci al testo “La grammatica della fantasia” di Gianni Rodari, possiamo proporre alcune attività tratte dal testo stesso e che possiamo poi adeguare alla specificità degli alunni che hanno maggiori

difficoltà nella comprensione, nella produzione e nell’esposizione di riflessioni e concetti.

L’Autore, partendo dalla parola “sasso”, indica percorsi per inventare storie facendo riferimento a quel fenomeno, da tutti conosciuto, per il quale un sasso, lanciato in acqua, produce onde concentriche. Si tratta di un evento fisico che può essere riprodotto in aula invitando i bambini a raccontare una loro esperienza relativa al fatto che un oggetto, se gettato in acqua, produce una serie di onde che si propagano nel liquido. Per analogia, sostiene Rodari,  “non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere”[1]. In questo continuo movimento, attraverso una serie di parole, i bambini imparano le infinite possibilità di un pensiero flessibile, aperto, capace di pensare relazioni che, solo in apparenza, sembrano non essere ipotizzabile.

Possiamo proporre l’attività proposta da Rodari distribuendo, ad ogni alunno, un foglio in cui avremo già disegnato una serie di cerchi concentrici. Al centro possiamo far scrivere una parola scelta insieme, possibilmente concreta e appartenente al lessico esperienziale degli alunni. Da questo primo passo, si procede scrivendo dentro ogni cerchio un termine diverso, scelto per assonanza sonora, per collegamento logico, per evocazione. Al termine, si inizierà ad elaborare insieme un racconto fantastico. Una volta appresa la tecnica, ogni alunno potrà ripetere l’attività proposta in modo guidato, autonomamente.

 Il lavoro fino ad ora proposto, che può essere facilmente appreso, pone però il problema della concettualizzazione. Per gli alunni che hanno maggiori difficoltà, è allora possibile ipotizzare non un percorso non diverso, ma ridefinito nei linguaggi. Invece delle parole, si possono utilizzare oggetti o immagini, precedentemente selezionate. Occorre infatti aver già preparato un contenitore in cui raccogliere immagini, meglio se divisi per categorie (paesaggi, animali, persone, oggetti…) e sottocategorie (ad esempio gli oggetti che si possono trovare in cucina, in bagno, in camera da letto oppure oggetti che si utilizzano prevalentemente a scuola).

Dopo aver disegnato su un foglio una serie di cerchi concentrici e aver messo al centro un sasso, si chiede al bambino di scegliere quali immagini inserire nei cerchi seguenti e, con domande-guida, proviamo a costruire un breve testo che trascriveremo o faremo trascrivere sul quaderno.

In questo modo, come sottolineato nel precedente articolo, non abbiamo un’attività-altra da proporre, ma la stessa seppure con strumenti e mezzi diversi. In questo modo, l’esperienza di apprendimento diventa esperienza includente perchè concretamente condivisa.

[1] RODARI G., Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storia, Einaudi Ragazzi, Torino, 2016, p. 11.

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