Ritorno a scuola tra divisori in plexiglass e visiere. L’ottimismo della ministra Azzolina e il pessimismo dei sindacati

Divisori in plexiglass, visiere e riduzione oraria delle lezioni. Ma niente aumento di docenti e no a turni e divisione delle classi. È questa la posizione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sul ritorno a scuola a settembre. Il tavolo di confronto di ieri non ha portato ad alcuna condivisione tra le parti, ma è servita a chiarire e fors’anche a radicalizzare le posizioni. La Ministra non ha concesso nulla alle richieste dei sindacati della scuola che, anche per questo, hanno confermato lo sciopero del prossimo 8 giugno. Il Ministero dell’Istruzione sta aspettando i dati sull’edilizia dagli Enti locali e a breve chiuderà le linee guida condivise per settembre.

La posizione della Ministra è chiaramente improntata all’ottimismo: a settembre si torna tutti nelle classi, senza separare in gruppi gli alunni e senza prevedere turni. Precauzioni sì: divisori in plexiglass tra i banchi, visiere e riduzione oraria delle lezioni estese anche al sabato. Per il momento sembra non tenere conto delle prime indicazioni del CTS che nel documento del 28 maggio parlava di superare la numerosità dei bambini in classe.

“L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”. Quello per la scuola “sarà un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio”. È quanto dichirato dallla ministra Azzolina nel corso dell’incontro di ieri, 4 giugno, a Palazzo Chigi. 

“La norma contenuta nel decreto scuola favorirà i lavori dando ai sindaci potere di intervenire”. “Siamo tutti d’accordo – ha proseguito la ministra chiudendo l’incontro – che l’obiettivo di riapertura a settembre è complesso ma raggiungibile se ci mettiamo tutti attorno a tavolo. Lavoriamo tutti, ciascuno per la propria parte, il paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola”.

Della task force di esperti che dovrà fornire le proposte organizzative per il rientro ha ignorato l’ipotesi – peraltro non formalizzata ma ufficiosamente ventilata – di aumentare il numero di docenti per possibili suddivisioni delle scolaresche.

Proprio di questa necessità di potenziare almeno transitoriamente gli organici del personale sono rimasti decisamente convinti i sindacati della scuola. La loro posizione è improntata al pessimismo e, nel timore di dovere fronteggiare la ripartenza con adeguate misure di sicurezza sanitaria che comportino turni e suddivisioni delle classi, considerano inevitabile prevedere un consistente potenziamento degli organici di docenti e ATA.

Flc Cgil lamenta come la discussione sulla ripartenza sia “in grave ritardo”: “Lo sciopero dell’8 giugno ha l’obiettivo di sollecitare il Governo a fare le scelte necessarie non solo per la riapertura in presenza a settembre nella massima sicurezza, ma per rimettere la scuola al centro delle priorità del Paese”, affermano il segretario della Cgil, Maurizio Landini ed il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. “Servono quindi – spiegano Landini e Sinopoli – risorse immediate per assunzioni straordinarie al fine di garantire la riduzione degli alunni per classe, obiettivo che riguarda non solo il distanziamento, ma la qualità della scuola. Servono insegnanti, ATA, tutte le figure necessarie. Servono investimenti in edilizia oltre quelli già previsti. Superare la precarietà nella scuola è allo stesso tempo obiettivo fondamentale. Necessario un provvedimento normativo organico sulla ripartenza della scuola e un protocollo di sicurezza”.

“E’ assolutamente necessario – osservano la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – definire subito le linee guida nazionali come abbiamo fatto nelle scorse settimane con i protocolli sulla sicurezza, puntuali e dettagliati, per tutti i luoghi di lavoro. I tempi sono strettissimi. Dobbiamo sapere come garantire le necessarie distanze nelle aule scolastiche, tenendo conto della densità scolastica che non è uguale nelle varie province italiane, e soprattutto dobbiamo colmare le carenze enormi di organico che riguardano sia i docenti sia il personale tecnico. La protesta dei sindacati della scuola è dunque confermata. Il governo deve sciogliere subito il nodo delle risorse per garantire a settembre la ripresa delle attività in presenza in tutte le scuole italiane”.

In questo confronto telematico, a quanto sembra, il premier Conte sarebbe rimasto a guardare senza prendere posizione.