Ritorno a scuola: serviranno nuovi spazi per favorire il distanziamento

Se il distanziamento in classe è la condizione per ripartire a settembre e continuare in sicurezza per diversi mesi ancora e forse per l’intero anno, occorrerà cercare anche strategie alternative ai turni o alle lezioni in contemporanea in presenza e a distanza. La condizione necessaria per garantire il distanziamento (il Politecnico di Torino ha ipotizzato in una aula tipo la presenza massima di otto alunni) è lo spazio, il maggior spazio possibile. Si parla di utilizzare quelli esistenti (aula magna, palestra) o di utilizzare altri spazi di strutture esterne attualmente non adibite a servizi scolastici.

Prima della riapertura delle scuole mancano quasi quattro mesi, che potrebbero essere impiegati, da parte degli Enti Locali – che per legge hanno l’onere di disporre le strutture edilizie per ospitare le attività scolastiche – per cercare soluzioni alternative o integrative a quelle esistenti che non potrebbero certamente risolvere tutto il problema del distanziamento, ma in alcuni casi ridurlo.

Nelle zone periferiche dove ci sono spazi adiacenti alle scuole o ampi spazi con cortili interni si potrebbero adottare le soluzioni messe in atto nelle zone terremotate con prefabbricati ad hoc, rispondenti alle esigenze di distanziamento.

Andranno considerate anche le possibilità di affittare locali e strutture esterne dotate di ampi spazi che possano ospitare classi con alunni distanziati.

Architetti, ingegneri e tecnici potrebbero cercare e adottare soluzioni ricettive flessibili secondo questa logica rovesciata del distanziamento: anziché operare soltanto sugli alunni, cercare di operare anche sulle strutture.