Ricatti e molestie sessuali sul lavoro, Fedeli: ‘Diffondere cultura del rispetto a scuola’

“I dati pubblicati dall’Istat nel report ‘Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro’, relativi al 2015-2016, mostrano con allarmante chiarezza quanto questa forma di violenza di genere sia purtroppo ancora molto diffusa nel Paese, in tutti gli ambiti professionali e sociali. Del resto, è di pochi giorni fa il manifesto ‘Dissenso comune’, firmato dalle lavoratrici dello spettacolo e del giornalismo sull’onda del movimento #metoo e, in Italia, #quellavoltache: tante, tantissime donne che con coraggio hanno cominciato a parlare portando alla luce un fenomeno trasversale, di sistema – o, detto con le parole della Convenzione di Istanbul a proposito della violenza di genere nel suo complesso, – un fenomeno strutturale. Di fronte ai numeri presentati dall’Istat è necessario agire immediatamente e con convinzione, ciascuno per la propria parte, ma tutti uniti per contrastare questo terribile fenomeno. E per prevenirlo, diffondendo una cultura del rispetto già a partire dalla scuola”. Così la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in un comunicato diffuso dal Miur.

“Diversi passi importanti – continua Fedeli – sono stati fatti su più livelli. Su un primo livello, quello del sostegno alle vittime di molestie, nell’ultima legge di bilancio il Governo ha introdotto due novità importanti: il divieto di licenziamento, demansionamento, trasferimento o altro provvedimento ritorsivo dopo una denuncia per molestie, e un incentivo per l’assunzione di donne vittime di violenza di genere da parte di cooperative sociali. Ma se le molestie sessuali e la violenza di genere nel suo complesso sono un fenomeno strutturale, è ancora più importante intervenire a un secondo livello, quello in cui tale fenomeno affonda le sue radici: il livello della cultura, delle immagini e delle storie condivise dalla società sul maschile e sul femminile. È a questo livello che si alimentano stereotipi e pregiudizi che fanno da vero e proprio terreno di coltura per la violenza e per tutte le forme di discriminazione di genere. Ed è a questo livello che l’educazione può svolgere un ruolo cruciale affinché la cultura cambi in profondità”.

“È per questa ragione che, in qualità di Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, mi sono impegnata per dare finalmente attuazione all’articolo 1, comma 16, della legge 107 del 2015, per il quale ‘il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni’: lo scorso ottobre il MIUR ha emanato infatti le Linee guida nazionali ‘Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione’, che offrono a scuole e famiglie, insegnanti, studentesse e studenti un quadro di riferimento per azioni finalizzate al superamento degli stereotipi, alla valorizzazione del contributo delle donne alle scienze e alle lettere, a un uso consapevole del linguaggio in relazione al genere, alla promozione di modelli di relazione basati sul rispetto e, in generale, al contrasto delle discriminazioni. Il contrasto più efficace alle molestie sessuali, così come a ogni forma di violenza di genere, è nella prevenzione. E la prevenzione più forte è data da un cambiamento culturale profondo e duraturo, tanto più profondo e duraturo se nasce dalla scuola e nella scuola, con il contributo di tutta la comunità educante”, conclude la Ministra.