Responsabilità DS: scudo penale sì, scudo penale no

Una pacca sulla spalla, un grazie e un apprezzamento per l’impegno già profuso e per quello da assicurare per le prossime settimane non bastano certamente a tranquillizzare i dirigenti scolastici sotto attacco anche per le diffide che si stanno approntando nei loro confronti. Ci ha provato anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina a cercare di rasserenare gli animi, affidando al capo dipartimento Max Bruschi una nota di chiarimento in tal senso (prot. 1466 del 20 agosto 2020, “Responsabilità dei DS in materia di prevenzione e sicurezza”). Ma sembra che non abbia ottenuto l’effetto sperato, tanto che girano sul web le prime reazioni di molti DS che, senza mezzi termini, parlano di una “nota che vale 0”.

La tutela che anche i sindacati dei DS (Anp innanzitutto) chiedono da tempo è uno specifico scudo normativo che li metta al sicuro e che tenga conto della nuova particolare condizione in cui si troveranno ad operare per l’emergenza del Covid 19, considerando anche il contesto e l’utenza che hanno caratteristiche ben diverse da quelle degli altri datori di lavoro (pubblici e privati).

Ma finora le loro richieste sono cadute nel vuoto, così come non hanno trovato accoglimento in sede parlamentare proposte inserite nei numerosi provvedimenti legislativi degli ultimi mesi.

La preoccupazione dei dirigenti scolastici tiene conto anche di una consolidata esperienza negativa che, a fronte di cause civili intentate da genitori, non dispongono, come sarebbe logico, della difesa pubblica da parte della Avvocatura dello Stato che da anni ha rinunciato a difendere singoli dirigenti per l’impossibilità di far fronte a un contenzioso cresciuto nel tempo in forma esponenziale.

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