Relazioni sindacali, quali sono le materie veramente contrattuali?

Pubblichiamo l’email di Giuseppe Richiedei sul tema del ruolo del sindacato e dei contenuti delle materie contrattuali.

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sul tema, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Mi spiace verificare le contraddizioni in cui cade il sindacato a cui ho aderito per decenni, nel leggere: 

“Su tutto si può trattare, fa capire Scrima, ma non sulla rilegificazione di materie contrattuali, che sarà contrastata non solo in sede politica, ma “anche in altre sedi di natura giuridica, nazionali e comunitarie”.

Infatti il sindacato dovrebbe prima  chiarire quanto è “materia contrattuale e quanto non lo è” di competenza sindacale.

Se in questi decenni qualcuno ha amplificato all’eccesso le proprie competenze mi pare che sia stato proprio  il sindacato, condannando la scuola all’autoreferenza più ferrea, per cui è difficile trovare il modo di cambiare le scuole, stando al potere di condizionamento “totalizzante acquisito in questi anni dal sindacato”.

Una riprova l’abbiamo vissuta nel caso della riforma Moratti, in gran parte “disapplicata” dai sindacati, nonostante le molteplici approvazioni del  Parlamento, delle Conferenze Stato – Regioni, dei Consigli di Stato  …. Alla fine ciò che  non piaceva ai sindacati è stato immediatamente disapplicato in quanto di loro “materia contrattuale”.

Nella scuola i poteri del sindacato pervadono ogni settore:

–         potere di autogestione che il personale, guidato dai sindacati, esercita in materia didattico – programmatica nel collegio dei docenti,

–         potere decisionale – gestionale – di indirizzo esercitato dal personale scolastico, a cui è assicurata una sicura maggioranza “per legge” all’interno del Consiglio Istituto, eletto per lo più su liste sindacali.

–         potere “disciplinare” esercitato dal personale, indicato dai sindacati, all’interno dei Consigli di disciplina, dove vengono affrontati i contenzioni  del personale con i propri dirigenti.

Da tempo l’associazione dei genitori A.Ge) chiede che almeno nel Consiglio di Istituto si preveda la “parità “ tra la rappresentanza del personale (dirigenti, docenti e ATA)  e la rappresentanza di genitori/studenti, in modo che chi offre il servizio non possa decidere indipendentemente o contro il parere di chi lo riceve (genitori e studenti), ma inutilmente.

Da quarant’anni (1974) la scuola è sostanzialmente controllata dal sindacato sia in campo  gestionale che didattico che di indirizzo, ma il sindacato non si è mai fatto carico della “divisione delle competenze”, indispensabile al buon funzionamento di un’istituzione che voglia essere “autenticamente democratica”.

Giuseppe  Richiedei