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Regione Lazio: varata la nuova legge su IeFP

La soddisfazione degli enti di ispirazione cattolica

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato in via definitiva la proposta di legge concernente “Disposizioni sul sistema educativo di istruzione e formazione professionale”. Gli enti di ispirazione cristiana aderenti a Forma Lazio esprimono viva soddisfazione per il varo di una legge che, “oltre a definire il sistema regionale di istruzione e formazione professionale, quale ulteriore percorso per adempiere al diritto dovere per almeno 12 anni di scolarità, introduce elementi di stabilità sia sotto il profilo del volume di attività che delle istituzioni abilitate a realizzare i percorsi di istruzione, nonché sull’insieme delle regole che, finalmente, pongono fine allo stato di precarietà che dall’anno scolastico 2002/2003 caratterizza il settore“.

Lo si legge nel comunicato diffuso unitariamente dagli enti CIOFS FP Lazio, CHIERICI SOMASCHI, CNOS Lazio, ENDOFAP Lazio e ENGIM Lazio.

Si tratta in concreto – prosegue il comunicato – di una normativa specifica che, in modo organico e sistematico, disciplina un ambito del settore educativo–formativo, riservato a giovani in età di diritto dovere, caratterizzato da una peculiarità propria della formazione basato sull’apprendimento attraverso il saper fare con forte valenza esperienziale di tirocinio/stage orientativo – formativo“.

Gli enti danno atto al Presidente Zingaretti e, in particolare, al Vice Presidente Smeriglio, dell’impegno profuso per un sollecito iter, che colloca la Regione Lazio tra le prime ad aver normato un settore che da troppo tempo  è oggetto di sostanziale precarietà e sottolineano che “che è stato possibile raggiungere il positivo risultato per l’apporto di tutte le forze politiche della maggioranza e, anche se con alcuni distinguo, da parte delle forze politiche di opposizione presenti in Consiglio regionale“.

Il provvedimento introduce elementi che favoriscono l’assolvimento del diritto dovere per oltre 10.000 giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni “che diversamente sarebbero oggetto di dispersione e, sotto il profilo contrattuale, la stabilità del rapporto di lavoro per gli operatori“.

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