Ragazzi, niente compiti per le vacanze: lettera di una prof ai suoi studenti

Riproponiamo questa bella lettera di un’insegnante di una scuola romana, l’ITT Cristoforo Colombo, ai suoi studenti. Ecco quali parole rivolge loro la professoressa Maria Rosaria De Simone per accompagnarli in questi giorni di festa.

Cari studenti,
come ogni anno, arrivano le agognate vacanze, i sogni sparsi, i desideri del cuore, le luci intorno e le piccole ansie di felicità. Nei giorni sempre uguali, scanditi dal ritmo della sveglia, della campanella scolastica, inesorabile a ogni ora, nelle attività di studio, talvolta matto, talvolta solo imposto, irrompe un tempo diverso, più lento, dove le sveglie suonano invano, dove le ore sono da governare in maniera diversa.

Vi conosco ormai dal mese di settembre. Stiamo percorrendo insieme l’avventura della scoperta dei tanti autori e letterati che hanno fatto la nostra storia e che riempiono il nostro bagaglio di conoscenze, aiutando a far girare le rotelle del cervello, portando nutrimento per l’anima nostra. Alcuni di voi sono in fase di dirittura d’arrivo. Prenderanno il diploma e spiccheranno il volo verso chissà quali esperienze di studio e di lavoro. Ma arriviamo al vero motivo per cui vi scrivo questa lettera.

Ho deciso di non riempire le pagine del registro di classe con i compiti assegnati per le vacanze. Vi ho già consegnato il programma con tutti gli argomenti sviluppati fino ad oggi sia di Italiano che di Storia. Cercate ogni giorno, a mente fresca, di dedicare due o tre ore all’attività scolastica, al ripasso per quanto concerne le mie materie, e al recupero di quello che non avete compreso nelle altre materie o ai compiti assegnati da alcuni professori.

Siate costanti. Imparate a ritagliare ogni giorno questo spazio dedicato allo studio. Ma poi, chiudete i libri e rivolgetevi ad altro. La cultura scolastica è solo un aspetto, importantissimo, ma solo un aspetto della cultura, che è di ben più ampio respiro. Per esempio, il periodo delle vacanze potrebbe essere l’occasione per curare le amicizie con i compagni di classe o con chi volete. Potreste andare insieme al cinema o a vedere uno spettacolo musicale.

Potreste entrare in una libreria, aggirarvi tra i libri, sfogliarli, lasciarvi incantare dalle copertine e dalle parole. Potreste trovare dei tesori insospettati. Potreste aggiravi tra i monumenti e i ruderi della nostra città, così bella, così imponente, con le sue pietre che raccontano una storia millenaria. Potreste aver voglia di vedere una mostra. Ce ne sono di così incredibili! Per esempio, la mostra ‘Love’ al chiostro del Bramante, o quella di Ligabue, il pittore non il cantante, o quella di Hopper al Complesso del Vittoriano, o quella interattiva dedicata a Van Gogh. C’e un mondo intorno a voi da scoprire. Anche di bellezze naturali, in città, al mare, in montagna. Lasciate le piume del vostro letto in quei giorni e girate il mondo.

Questo vostro mondo  così vicino e così sconosciuto. Oppure, magari, iscrivetevi a un corso, imparate a suonare uno strumento, o a dipingere, cucire… Dormite, anche, questo nessuno ve lo nega. È il vostro tempo, lo dovete gestire voi. Quanto è bello imparare a farlo.

Se non avete soldi in tasca, potreste girare la città fingendovi turisti a caccia di pietre antiche. Roma è un museo a cielo aperto. Gratis. Anche nelle chiese, grazie a Dio, si entra  gratis e si possono ammirare quadri e opere d’arte senza confronto. Volete qualche esempio? Le tele del Caravaggio nelle Chiese di S. Maria del Popolo, di S. Agostino e di S. Luigi dei Francesi; il Mosè di Michelangelo in S. Pietro in Vincoli; S. Pietro. La Chiesa dell’Ara Coeli.

E poi le piazze. Che dirvi? Coraggio, ché i vostri studi sono legati al turismo. Per questo motivo non vi darò compiti per casa, se non un ripasso generale senza ansie. Perché siate padroni di scoprire le tante occasioni di cultura  a modo vostro e per il tempo che volete. Non dimenticate di aiutare i vostri cari, di rendervi utili lì dove vedete che loro sono oberati di lavoro. Non vi farebbe male il rendervi disponibili per fare la spesa e per il cucinare. E neppure passare l’aspirapolvere o rifarvi il letto. Non dimenticate i poveri. Ora la termino questa lettera. Non vorrei che pensaste che sarà pur vero che non vi ho dato compiti per le vacanze, ma un poema da leggere…“.