Quell’astensione dai rapporti con le famiglie che fa discutere

Il CCNL del comparto scuola prevede, oltre alle attività di docenza, altri obblighi di servizio derivanti dalle cosiddette attività funzionali all’insegnamento (art. 29 del Ccnl): obblighi individuali e obblighi collegiali.

Gli obblighi collegiali, come si sa, riguardano la partecipazione ai collegi dei docenti, ai consigli di classe e agli scrutini periodici e finali compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione.

Gli obblighi individuali – attualmente impropriamente interpretati dalla mobilitazione in corso nelle scuole secondarie – sono così individuati dal comma 2 dell’art. 29: “Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative:

a) alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;

b) alla correzione degli elaborati;

c) ai rapporti individuali con le famiglie”.

A differenza di quanto previsto per gli obblighi collegiali, dove sono previste fino a 40 ore annue per i collegi dei docenti e un massimo di altre 40 ore annue per i consigli di classe, il CCNL non ha mai quantificato (cosa, bisogna riconoscere, piuttosto ardua) il tempo che i docenti devono dedicare agli obblighi individuali. Ciò non significa, ovviamente, che, in assenza di una quantificazione precisa, la prestazione individuale non sia dovuta.

Se, come sembra, molti professori in mobilitazione stanno astenendosi dai rapporti individuali (dovuti) con le famiglie, cosa succederà quando i genitori reclameranno i colloqui a cui hanno diritto? Se la mobilitazione durerà ancora molto e durerà anche questa astensione, il problema scoppierà con conseguenze sui rapporti scuola-famiglia non facili da prevedere.