Tuttoscuola: Scuola digitale

Quei mi piace su Facebook che influenzano il voto in condotta…

A una settimana dal via dell’esame di maturità, suscita clamore la la linea dura adottata dall’istituto Agnesi di Milano contro gli studenti che hanno insultato i professori sul web. Tutto è iniziato in autunno, con il proliferare dei siti “spotted”, le pagine Facebook create dagli studenti dove scrivere e parlarsi in forma anonima. Una moda arrivata dai college americani e inglesi che è dilagata all’inizio dell’anno prima nelle università, e subito dopo nelle scuole, scatenando non pochi problemi in diversi istituti.

Queste pagine, in origine dedicate al gossip scolastico, in cui si narra di cotte adolescenziali e vengono inviati messaggi d’amore, hanno ospitato, nel caso degli studenti dell’istituto meneghino, insulti e offese ai danni dei docenti. Per questa ragione, oggi almeno trenta studenti i voti in condotta saranno abbassati.

Il provvedimento era stato in qualche modo preannunciato, e aveva portato in breve tempo alla chiusura, da parte dei ragazzi stessi, delle pagine in questione, per il timore di ripercussioni. Tuttavia i professori avevano già deciso di abbassare i voti, quando gli insulti vennero a galla. Gli scrutini sono ancora in corso e i quadri con i voti verranno esposti alla fine della settimana, ma per i trenta ragazzi che postarono con superficialità frasi contro i professori, o che con un “mi piace” ne condivisero i contenuti, la “punizione” è certa.

Non parliamo però di un cinque in condotta“, precisa un docente. Non una bocciatura assicurata, quindi, ma l’ennesimo tassello di un percorso voluto dal preside dell’istituto, Giovanni Gaglio, che subito sottolineò la “gravità dei fatti“. Dopo l’intervento della polizia postale, allertata dal direttore scolastico, una studentessa si autodenunciò e fu sospesa.

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