Quando Mattarella firmava la riforma dei moduli della scuola elementare

5 giugno 1990. Il Parlamento approva in via definitiva i nuovi ordinamenti della scuola elementare (ora primaria). La legge viene pubblicata il 15 giugno successivo con il n. 148 ed entra in vigore il 30 giugno 1990. 

Il ministro che l’aveva condotta in porto era Sergio Mattarella, da meno di un anno preposto al dicastero dell’istruzione e principale responsabile della sfida per una coraggiosa riforma la cui preparazione da alcuni anni stava coinvolgendo la categoria e il mondo politico e sindacale.

Con la legge 148 nasceva la scuola dei moduli e della pluralità dei docenti. Dopo oltre un secolo di storia della scuola elementare italiana, scompariva il maestro unico e da quel momento in classe si sarebbero avvicendati tre o più insegnanti titolari di ambiti disciplinari differenziati. Il tempo pieno decollava, superando definitivamente la fase sperimentale. Veniva introdotto per la prima volta l’insegnamento della lingua inglese.

La legge prevedeva che i docenti del modulo riservassero una  quota oraria del loro obbligo di servizio alla programmazione settimanale delle attività didattiche.

Da quel momento la scuola elementare non sarebbe stata più la stessa, ma avrebbe resistito per quasi vent’anni prima di essere parzialmente modificata dai ministri Moratti e Gelmini.

Sergio Mattarella, però, non ebbe nemmeno il tempo di condurre in porto l’attuazione di quella coraggiosa riforma ordinamentale, perché poche settimane dopo si dimetteva in contrasto con il ‘suo’ Governo (VI governo Andreotti) per protestare contro la legge Mammì che, di fatto, dava il via libera all’impero dell’allora Fininvest.