Quando gli adulti non vedono. Il bullismo in Parlamento

Dopo il pestaggio dell’alunna sarda da parte del “branco” di piccoli compagni, ennesimo episodio di prevaricazione e violenza di minori su altri minori, il senatore Carrara ha chiesto un urgente monitoraggio del fenomeno del bullismo nelle scuole italiane, da attuare nell’arco di due mesi.
Cause sociali o cause familiari? si chiede il parlamentare di Forza Italia che vuole l’indagine anche per dare risposta ad un crescente preoccupante fenomeno tra i giovanissimi italiani.
Gli insegnanti della bambina aggredita ripetutamente dai compagni con tanta violenza da subire l’asportazione della milza, hanno parlato di bambini vivaci; il dirigente scolastico ha saputo dei fatti dai mezzi di informazione. Una sottovalutazione o una trascuratezza ingiustificati che ha indotto l’Osservatorio dei Diritti dei minori di Milano a chiedere al ministero dell’Istruzione un’approfondita verifica dei fatti, che non possono e non devono essere minimamente sottovalutati.
Del bullismo, a dire il vero, c’è già anche in Italia ampia letteratura e indagini ampie e continue che danno conto abbastanza bene di questo fenomeno in crescita che interessa fasce sempre più giovani di ragazzi.

Telefono Azzurro denuncia un aumento preoccupante del bullismo: nel 2002 un adolescente su tre (33,5%) rispondeva sì alla domanda “si verificano minacce o atti di prepotenza nella tua scuola da parte dei compagni?”, percentuale salita al 35,4% nel 2004.
Il 36% dei maschi fra i 12 e i 18 anni dice di non aver mai picchiato o minacciato qualcuno, quota che arriva al 70% per le femmine, mentre il 23% dei ragazzi confessa di aver fatto entrambe le cose.

Sono segnali d’allarme raccolti da Telefono Azzurro, dal suo osservatorio privilegiato, ma le reali dimensioni del fenomeno sono incerte, perché gli atti del bullo restano per lo più avvolti dal silenzio delle vittime, che si vergognano o hanno paura.