Prove Invalsi. Una mamma preoccupata

Sulle prove Invalsi che si stanno svolgendo oggi riceviamo e volentieri pubblichiami questa lettera di una mamma, uscita sconvolta e preoccupata dall’incontro con i docenti delle classi interessate alle prove:

Oggi  (ieri 5 maggio) si è svolto lo sciopero generale contro la riforma, ma forse non tutti i genitori sanno che domani (oggi 6 maggio) si terrà un altro sciopero che coinvolgerà solo le classi seconde e quinte, al preciso scopo di boicottare le prove Invalsi.

Ora non mi dilungherò sui più che ovvi disagi per decine di famiglie che non hanno la possibilità di rimanere due giorni consecutivi a casa dal lavoro o che non hanno a disposizione nonni baby sitter (e posso garantire che sono la maggioranza), ma penso che troverete interessanti le motivazioni dello sciopero.

Ieri sera (lunedì 4 maggio) si è tenuta una riunione proprio per illustrare ai genitori il perché di questo profondo, diffuso  e quasi superstizioso astio nei confronti delle prove Invalsi.

In primis ovviamente vengono criticate le domande stesse: troppo difficili, non coerenti, troppo complesse non atte a valutare il lavoro svolto in classe…(frase sentita almeno un centinaio di volte) e fin qui penso che basterebbe una serie di incontri fra ministero e rappresentanti degli insegnanti per cercare di migliorare un questionario che, come tale, è sempre perfettibile.

Ma il bello deve ancora venire.

Le prove Invalsi violano la privacy delle famiglie perché pongono domande personali sul livello scolastico dei genitori, sulle abitudini della famiglia del bambino volte (udite udite) a classificare i bambini non in base alle proprie capacità ma in base all’estrazione sociale. Avrebbero cioè il preciso scopo di fare una classifica dei bambini italiani tenendo conto delle possibilità (economiche, culturali, relazionali) della famiglia di appartenenza.

Dire questo a una platea di genitori perennemente sul chi vive mi è sembrato gravissimo; almeno si sono risparmiate “fra nord e sud”. 

La chicca però arriva ora: le prove sarebbero strettamente collegate ad una precisa volontà del ministero di privatizzare la scuola, perché i risultati negativi potrebbero portare lo stato a favorire le scuole private a discapito della qualità e quantità di quelle pubbliche.

Mi piacerebbe dire che a dire queste cose siano stati pochi esaltati e non una decina di docenti, che chi sentiva si sia messo a ridere invece che dargli ragione, che qualcuno abbia difeso il povero stato martoriato ma non è così.

Non scrivo oltre perché sono ancora così arrabbiata che potrei esprimermi in modo non piacevole.

Spero che possiate far capire a chi è a Roma che la scuola ad oggi la fanno solo e unicamente i docenti e che nelle loro mani è un potere assoluto non giustificabile.

Una mamma preoccupata