Prove di federalismo scolastico. La Sicilia prova con i precari

L’assessore alla pubblica istruzione della Regione siciliana, Fabio Granata, interpreta in senso forte la recente normativa, costituzionale e non, che conferisce alle Regioni nuove competenze in campo scolastico. Finora nessuno si era spinto a toccare la materia della formazione e del reclutamento dei docenti – un campo tradizionalmente riservato a leggi e contratti nazionali – ma l’assessore siciliano sembra deciso a varcare il Rubicone. In una trasmissione radiofonica, ripresa dalla stampa locale, Granata ha annunciato che la Regione siciliana organizzerà un corso di formazione, riservato ai precari abilitati, finalizzato al conseguimento del titolo di insegnante di sostegno, e accenna a una “intesa” in tal senso con il MIUR (questo, almeno, si deduce dal contesto).
L’assessore è polemico nei confronti delle disposizioni (difese però dal sottosegretario Aprea, della sua stessa parte politica) che attribuendo ai “sissini” un punteggio aggiuntivo hanno loro consentito di scavalcare nelle graduatorie i “precari storici”, la cui protesta Granata ha dichiarato di “condividere”. E in qualche modo, par di capire, egli intende riparare il torto. Ma può?
Anche sulla questione della data di inizio delle lezioni l’assessore appare molto deciso: le scuole che non hanno recepito l'”indicazione” (così l’ha chiamata) di iniziare il 30 settembre sono sottoposte a “verifiche”, e l’anno venturo saranno invitate ad adeguarsi alla data unica. Con tanti saluti, par legittimo dedurre, all’autonomia delle scuole pur garantita costituzionalmente.