Prima lo stato giuridico, dopo il contratto

Il programma del seminario dell’ADi prevedeva un confronto tra due parlamentari, esponenti autorevoli dei rispettivi partiti nel campo della politica scolastica, Simona Malpezzi del Partito democratico ed Elena Centemero di Forza Italia (moderatore Orazio Niceforo, redattore di Tuttoscuola). Il tema del confronto, anch’esso provocatorio, come quello generale del seminario, era: “La carriera è di destra o di sinistra?”

L’idea era quella di fare esprimere le due interlocutrici su un tema, come quello del fondamento giuridico preferibile – se contrattuale o legislativo – da esse oggi ritenuto più efficace per ridefinire, in funzione delle esigenze della scuola, la figura e la carriera dei docenti: un dilemma sul quale in passato c’è stata una dialettica destra-sinistra, con una destra schierata, per semplificare, a favore della legge e una sinistra pre-Renzi che puntava sul contratto, in accordo con i maggiori sindacati; una destra più favorevole, almeno a parole, a premiare il merito e una sinistra più orientata (di fatto, prima e dopo la sortita di Berlinguer nel 2000) a premiare l’anzianità; una destra a sostegno di figure professionali distinte, con retribuzioni diversificate, e una sinistra di fatto ancorata al ruolo unico e indifferenziato. Dilemmi storici, come quello tra valutazione formativa/inclusiva o sommativa/selettiva come primary task del docente. E quello tra il diritto degli insegnanti a scegliere le scuole sulla base di un punteggio in graduatoria e la proposta (verso la quale c’è una timida apertura ne ‘La Buona Scuola’) che siano le scuole a scegliere tra docenti abilitati.

Sono ancora attuali questi dilemmi? È possibile, anche alla luce delle esperienze internazionali presentate da Cenerini, trovare punti di accordo che superino in avanti la veterodialettica destra-sinistra?

Purtroppo il confronto politico su questa tematica è venuto meno perché le due parlamentari sono rimaste a Roma, bloccate dalle votazioni alla Camera. Ma ciò non ha impedito di definire i termini della questione, e ai partecipanti al seminario, rimasti numerosi fino alla fine nell’auditorium Enzo Biagi della Sala Borsa di Bologna, di approvare all’unanimità la richiesta, rivolta al governo ma ancor prima al Parlamento, che sia la legge – un nuovo stato giuridico – a ridefinire la figura e i profili professionali fondamentali (diversificati) dei docenti, sottraendo questa materia (non, ovviamente, quella retributiva) alla contrattazione sindacale: l’unico modo per avvicinare un po’ di più la professione dell’insegnante italiano a quella dei suoi colleghi di quasi tutto il mondo.

Si potrebbe intanto cominciare, propone il seminario ADi, con lo sperimentare le forme più avanzate e flessibili di organizzazione della didattica che il nuovo stato giuridico degli insegnanti consentirebbe, in una serie di Scuole a ordinamento speciale, ad autonomia rafforzata.