Presidi a rischio di burn out, basterà pagarli meglio?

Il capitolo «Processi formativi» del 51° Rapporto Censis, presentato a Roma venerdì scorso, dedica particolare attenzione ai dirigenti scolastici che, secondo una indagine effettuata dall’istituto fondato da Giuseppe De Rita su un campione di circa 1000 interessati, appaiono stressati (la sintesi del Rapporto parla di «rischio di burn out») dagli impegni di lavoro, al primo posto dei quali vengono indicati quelli normativi e burocratici.

In particolare, specifica il Rapporto, «in un range che va da 1=per niente gravoso a 10=molto gravoso hanno assegnato un punteggio medio di 8,30 al nodo critico dell’applicazione e delle responsabilità relative a normative generali, quali privacy, trasparenza amministrativa e siti web, anticorruzione e soprattutto in materia di sicurezza e edilizia scolastica». E il 37,5% dei dirigenti scolastici avanza la richiesta di un supporto organizzativo e amministrativo per l’applicazione delle procedure per la dematerializzazione e del Codice dell’Amministrazione Digitale.

In questo contesto di gravi difficoltà, aggravate dalla valutazione pessimistica che i dirigenti danno dell’atteggiamento dei docenti (39,8% di «disorientati» e 21,8% di «demotivati», solo il 20,8% di «ottimisti»), resta centrale però la rivendicazione economica: il 68,8% dei dirigenti ritiene necessario affrontare urgentemente il nodo economico, chiedendo un incremento delle retribuzioni in linea con il loro ruolo di dirigenti pubblici.

Una aspettativa e una richiesta ampiamente giustificate, come Tuttoscuola ha messo in luce da anni con appositi raffronti dei rispettivi impegni e responsabilità, assai più gravosi per i dirigenti scolastici (si veda ad esempio il dossier “Manager, sceriffi o… Dirigenti figli di un dio minore?” scaricabile gratuitamente a questo link: https://www.tuttoscuola.com/prodotto/manager-sceriffi-dirigenti-figli-un-dio-minore-2/ ). Avanziamo tuttavia più di un dubbio sul fatto che il doveroso riallineamento degli stipendi basterebbe di per sé a ridurre il rischio di burn out dei presidi, che è legato alla loro specifica condizione professionale ed esistenziale. È urgente lavorare anche in altre direzioni che rendano la professione sostenibile, a partire dalla diffusione di una solida fascia di middle management che costituisca con il dirigente un team integrato sul quale basare la gestione di un’istituzione così complessa come quella scolastica.