Precaria stipendiata senza lavorare per 7 anni, pm sequestra beni

Per sette anni un’insegnante precaria di Partinico (Palermo), dopo avere completato il periodo di supplenza in due scuole di due altri due paesi del Palermitano, Bisacquino e Corleone, ha continuato a percepire lo stipendio senza lavorare. Un disguido, con l’errato inserimento del suo nome nell’elenco sbagliato, ha consentito a F. C., 39 anni, originaria di Palermo, di ricevere ben 82 stipendi senza mai mettere piede a scuola.

Quando poi la donna è entrata in servizio come maestra di ruolo, a Grosseto si è autodenunciata, ma dopo avere fatto sparire gli stipendi ricevuti: i suoi conti sono stati infatti progressivamente prosciugati, nel luglio dell’anno scorso. Ora, per cercare di recuperare i 143.650,13 euro che la maestra avrebbe percepito indebitamente, la Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo “per equivalente” di alcuni immobili di proprietà della stessa ex precaria.

La vicenda ebbe inizio il 31 agosto 2004, quando F. C. finì la supplenza negli istituti “Don Calogero Di Vincenti” di Bisacquino e “Don Colletto” di Corleone: di regola, il suo nome sarebbe dovuto essere cancellato dalla lista delle persone da pagare, ma invece vi rimase e l’insegnante continuò a ricevere l’accredito dello stipendio. Dopo essersi autodenunciata, ha spiegato di non essersene mai accorta, perché il conto su cui riceveva il denaro era cointestato con il marito, che ne avrebbe avuto una gestione piena ed esclusiva. Nemmeno l’uomo si sarebbe mai accorto di nulla. Ora però rischiano anche i dirigenti dell’istituto di Bisacquino e gli altri dirigenti e impiegati del ministero, che non si sono mai accorti di nulla.

Per sette anni.