Pollice verso dei sindacati per sperimentare la riduzione della durata dei corsi di studio

Una convocazione dei sindacati al ministero 24 ore prima dell’incontro ha rappresentato un fatto nuovo nelle dinamiche Miur-sindacati, giustificabile soltanto dalla gravità della situazione e dalla straordinaria urgenza della informazione annunciata.

Invece di urgente c’era l’intenzione del ministro Profumo di chiudere la sua breve esperienza al dicastero dell’istruzione con un colpo a sorpresa, prima di lasciare il posto al suo successore.

Il ministro in persona non c’era e ha lasciato al suo capo dipartimento il compito di presentare e giustificare i progetti sperimentali per l’abbreviazione della durata degli studi.

Nei corridoi di viale Trastevere corre voce che il sottosegretario Marco Rossi Doria fosse all’oscuro della decisione di Profumo.

Tutti i sindacati hanno espresso netta contrarietà a qualsiasi modifica dell´attuale ordinamento anche in via sperimentale, “fatto da un Ministro dimissionario e che intenderebbe surrettiziamente introdurre ex post le stesse proposte dell´ex ministro Berlinguer”.

Già Pantaleo per la Flc-Cgil aveva espresso un pesante giudizio critico al momento della convocazione urgente: “è incredibile che un ministro sull’uscio licenzi ipotesi di questa natura con sprezzo delle regole, senza un confronto nel merito”.

A informazione ricevuta, anche Scrima per la Cisl-scuola ha espresso una severa valutazione: “Non ci trova d’accordo l’avvio di una sperimentazione che rimette in discussione la struttura dei percorsi di studio, mentre ancora si sta completando l’attuazione di una recentissima riforma degli ordinamenti. Ci pare intempestivo e improvvisato l’accorciamento di un anno dei cicli scolastici di cui non si avverte la necessità, proposto oltretutto in maniera frettolosa e fuori dai consueti percorsi di valutazione, verifica, approfondimento e proposta da sempre svolti, su queste procedure, dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.

Non sappiamo se considerare quanto accaduto un vezzo protagonistico, o il grazioso dono di commiato a qualche gruppo di pressione. In entrambi i casi non ci pare una bella cosa e non la condividiamo affatto”.

Ma il ministro sembra volere continuare per la sua strada.