Pensioni: nessuna proroga, ci sono i precari

Fino a qualche anno fa i dipendenti pubblici, compresi i docenti, che arrivavano ai 65 anni di età avevano diritto di chiedere la proroga per rimanere in servizio per altri due anni. Addirittura ancor prima si poteva chiedere di rimanere fino al 70esimo anno di età per raggiungere il limite minimo o massimo di pensione (rispettivamente 20 anni o 40 anni).

Ora non più, perché la possibilità di permanere per altri due anni in servizio è rimessa alla decisione discrezionale dell’Amministrazione.

Questo principio è stato confermato anche dalla recente riforma pensionistica che ha ulteriormente rafforzato l’eccezionalità della deroga.

L’Amministrazione scolastica, cui è rimessa la decisione di possibile accoglimento di permanenza in servizio, dovrà tener conto di quanto comunicato dal Miur con la recente circolare n. 23/2012 che, sulla base delle indicazioni della Funzione Pubblica, prevede in proposito testualmente: “Deve essere considerata, con particolare attenzione la capienza della classe di concorso, posto o profilo di appartenenza, non solo per evitare esuberi, ma anche nell’ottica di non vanificare le aspettative occupazionali del personale precario”.

Un chiaro “lasciate ogni speranza o voi che uscite! Il vostro posto è dei precari”.

Alcuni Uffici scolastici regionali (quello del Lazio, per esempio) hanno già comunicato alle scuole che non saranno accolte richieste di proroga.

Parimenti, per i Dirigenti scolastici – precisa la circolare ministeriale – le istanze di trattenimento devono essere valutate sia in relazione ad eventuali situazioni di esubero determinate dal processo di dimensionamento della rete scolastica che all’esigenza di mantenere la disponibilità dei posti per le immissioni in ruolo dei nuovi Dirigenti scolastici a seguito del superamento delle procedure concorsuali in atto.

Insomma un ben servito per tutti, anche se la filosofia di fondo della legge di riforma ha come obiettivo ultimo quello di rinviare il più possibile il momento di pensionamento dei dipendenti, trattenendoli qualche anno di più in servizio.