Paritarie/2. Prove di maggioranza alternativa?

Il tema del finanziamento delle scuole paritarie è sempre stato politicamente delicato, come su Tuttoscuola si è avuto modo di spiegare in più occasioni, tanto è vero che malgrado quanto affermato in linea di principio dalla legge n. 62/2000 in merito al sistema nazionale di istruzione, “costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali”, nessuno dei governi di centro-sinistra e di centro-destra alternatisi fino al 2018 lo ha saputo o potuto risolvere, anche a causa di resistenze e contraccolpi interni alle stesse maggioranze via via formatesi.

Nemmeno il nuovo quadro politico tripolarizzato (centro-destra, PD, M5S) uscito dalle elezioni del 4 marzo 2018 è stato in grado di affrontare la questione, tanto è vero che nel ‘contratto’ che ha consentito la formazione del primo governo Conte (M5S-Lega) l’argomento non è stato minimamente considerato, essendo i due partner del tandem giallo-verde attestati su posizioni contrapposte, situazione ripetutasi quasi negli stessi termini al momento della costituzione del governo giallo-rosso Conte 2 (M5S-PD-IV-Leu).

Nel primo caso (Conte 1) il patto di desistenza è stato rispettato, mentre nel secondo (Conte 2), anche a seguito del carattere più composito della maggioranza, delle vicissitudini interne al M5S, e di una certa crescente autonomia dei gruppi parlamentari rispetto alle direttive di governo, si è avviato un dialogo transpartitico sul problema del salvataggio delle scuole paritarie, messe in (ulteriore) crisi dalla conseguenze dell’epidemia di Coronavirus sulle loro finanze (dalla sospensione del pagamento delle rette ai costi connessi alla didattica a distanza). Si è così progressivamente formata in Parlamento una maggioranza asimmetrica rispetto a quella che sostiene il governo, comprendente tutti i partiti tranne il M5S, disposta ad approvare gli emendamenti pro-paritarie al decreto Rilancio.

Per ora il M5S si è limitato a criticare l’aumento dello stanziamento da 150 a 300 milioni con dichiarazioni del deputato Gianluca Vacca e della senatrice Bianca Granato, ma sembra assai difficile che il movimento pentastellato giunga a rischiare una crisi di governo su questo tema.

L’isolamento del M5S in questa vicenda potrebbe tuttavia ripetersi su altri problemi, per esempio quello dell’utilizzazione da parte dell’Italia del MES o quello del reimpiego delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza, e più in generale sul complesso delle manovre economiche. Settembre sarà un mese di verifiche non solo per la scuola ma anche per gli equilibri economici e politici, soprattutto in caso di ripresa della pandemia. Si torna a parlare (lo ha fatto Giancarlo Giorgetti, eminenza grigia della Lega) di un governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi. Forse ne resterebbe fuori solo il M5S (e magari non tutto). Sarebbe appoggiato da una maggioranza non troppo diversa da quella che ha approvato gli emendamenti per le paritarie con motivazioni ampiamente convergenti, riportate nella notizia successiva.