Papa Francesco: più della quantità di risorse vale la qualità delle scuole cattoliche

Per anni le scuole paritarie, e quelle cattoliche in particolare, hanno giustamente lamentato l’inadeguato finanziamento da parte dello Stato, reso ancora più tale dal quadro di perenne incertezza in cui è stato erogato. Scarsità di finanziamento che, complice anche la crisi economica con sofferenza per le rette delle famiglie, ha portato alla chiusura di moltissime scuole.

I 420 rappresentanti dell’Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), ricevuti da papa Francesco in occasione dei 40 anni dalla fondazione, si aspettavano dal sommo pontefice parole di conforto e di preoccupata condivisione. Ma il Papa non si è limitato a questo.

Papa Francesco, pur condividendo le preoccupazioni per la crisi economica che pesa sulla gestione delle scuole cattoliche, ha invece lanciato una sfida.

In un momento in cui la crisi economica si fa sentire pesantemente anche sulle scuole paritarie, molte delle quali sono costrette a chiudere, la tentazione dei ‘numeri’ si affaccia con più insistenza, e con essa quella dello scoraggiamento. Ma nonostante tutto vi ripeto: la differenza si fa con la qualità della vostra presenza, e non con la quantità di risorse che si è in grado di mettere in campo”.

Quale qualità? La qualità dei ‘ponti’. Occorre gettare ponti – ha detto il papa – tra scuola e territorio, tra scuola e famiglia, tra scuola e istituzioni civili.

Gettare ponti: non c’è sfida più nobile! – ha dichiarato il Papa con il pensiero rivolto alle minacce che oggi incombono sulla società e sul mondo. Costruire unione dove avanza la divisione, generare armonia quando sembra avere la meglio la logica dell’esclusione e dell’emarginazione”.

Ha aggiunto che la cultura trasmessa dagli istituti di ispirazione cattolica deve essere “integrale, non ideologica”, e in un quadro il più possibile “inclusivo”. La scuola cattolica “è chiamata a favorire l’armonia delle diversità”. “Parlare di educazione cattolica equivale a parlare di umano, di umanesimo”. E poi un appello: “Sappiate distinguervi per la vostra costante attenzione alla persona, in modo speciale agli ultimi, a chi è scartato, rifiutato, dimenticato. Sappiate farvi notare

non per la ‘facciata’, ma per una coerenza educativa radicata nella visione cristiana dell’uomo e della società”.

Infine papa Bergoglio, aggiungendo questo passo ‘a braccio’ al testo del suo discorso, ha invitato a “ripristinare il patto educativo, perché il patto educativo si è rovinato, perché il patto educativo si è rotto!, e dobbiamo ripristinarlo”.