Orizzonti/1. Proposte di Tuttoscuola per un sistema di istruzione più efficace

Una strategia lungimirante dovrebbe puntare, cercando il consenso più ampio, su alcune misure da decidere centralmente, ma da affidare all’autonoma gestione delle scuole, anche in rete, così riassumibili:

1) eliminazione di qualunque forma di esclusione dal circuito scolastico e formativo fino ai 18 anni (termine degli studi secondari, da accorciare di un anno, integrando il quinto anno con il primo dei percorsi terziari, e connotando questo “anno-ponte” con una forte valenza di orientamento);
2) definizione di un core curriculum ristretto, limitato cioè a un nucleo essenziale di saperi e competenze (linguistiche, logico-matematiche e tecnologiche), che deve essere  acquisito nella scuola di base a un livello minimo predefinito di padronanza ma che già a partire dal primo o dal secondo anno di scuola secondaria di secondo grado potrebbe essere integrato dallo studio di altre  discipline e attività rimesso alla libera scelta dei singoli alunni, assistiti dai docenti d’intesa con le famiglie;
3) personalizzazione degli itinerari educativi individuali;
4) eliminazione degli standard, e sostituzione dei diplomi con la certificazione delle competenze, utilizzando un sistema di valutazione solo in positivo del tipo di quello a 6 livelli (da A1 a C2) adottato nel “Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue”;
5) esclusione della valutazione sommativa (tranne che in occasione dei test nazionali e internazionali) valorizzando invece la valutazione formativa continua, estesa alle competenze personali e sociali (soft o character skills) come la capacità di interagire con gli altri, la capacità di affrontare e risolvere problemi (problem solving), la creatività, il pensiero critico, la stabilità emotiva e soprattutto, la capacità di imparare a imparare;
6) digitalizzazione integrale e accelerata dei processi di insegnamento e apprendimento, con sistematico ricorso alle tecnologie e alla didattica ibrida (blended) come modello di didattica ordinaria;
7) utilizzazione di tutte le risorse umane disponibili e di quelle aggiuntive per diminuire il numero di allievi per classe, da distribuire in piccoli gruppi con l’obiettivo di realizzare la personalizzazione degli itinerari anche attraverso lo sviluppo del cooperative learning e la collaborazione sistematica dei docenti di sostegno (ormai 170.000) con i docenti delle materie curricolari.

Tale strategia andrebbe accompagnata da un radicale cambiamento delle inefficienti regole organizzative e di funzionamento del sistema scolastico, che approfondiremo in altra sede.

Due considerazioni sono per noi essenziali: la prima è che il pieno e libero sviluppo dei potenziali di apprendimento e dei talenti individuali rimotiverebbe molti degli studenti finora destinati ad abbandonare precocemente la scuola – il dramma educativo e sociale che Tuttoscuola ha documentato con il rapporto La scuola colabrodo – e non danneggerebbe certo (anzi favorirebbe) gli altri studenti, innalzando la media. La seconda è che il ricorso sistematico alle tecnologie renderebbe molto più agevole sostenere didatticamente gli studenti che hanno difficoltà nelle competenze di base – diciamo italiano, matematica e media education: il core curriculum comune a tutti – funzionali agli altri apprendimenti e oggetto principale di valutazione a livello nazionale e internazionale.

Per noi si potrebbe cominciare anche subito, cioè da settembre 2020, iniziando con una sperimentazione nazionale limitata alle scuole secondarie di primo e secondo grado che si dichiarino disponibili attraverso delibere dei loro Collegi e Consigli di istituto. Alcune sono sicuramente già pronte, come abbiamo verificato anche nel corso del nostro viaggio nella scuola che sogniamo. In alternativa la sperimentazione potrebbe partire dal prossimo anno scolastico. Basta che si abbia il coraggio di rompere l’inerzia e di partire con un progetto chiaro disteso su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.