Organico/2: …e la stabilità del sistema domani

Per chiarezza espositiva tralasciamo la delicata questione delle varie categorie di precari che aspirano, più o meno legittimamente, alla stabilizzazione della loro posizione.

Consideriamo, quindi, i dati certi così come sono stati definiti dal ddl alla Camera.

Vi saranno circa 101 mila nomine in ruolo a settembre che dovranno andare a coprire, come al solito, i posti destinati a ricoprire l’organico dell’autonomia.

Come si sa, non è stato completamente chiarita la natura delle due quote che costituiscono l’organico dell’autonomia (organico cattedra e organico aggiuntivo), ma comunque nell’insieme esse costituiscono il nuovo organico di diritto.

Grosso modo le 101 mila immissioni in ruolo andranno a coprire circa 51 mila posti cattedra e circa 50 mila posti aggiuntivi.

Dovrebbero essere trasformati in posti-cattedra di organico di diritto gli spezzoni che quest’anno sono stati 27.389, una delle principali cause del gap tra organico di diritto e organico di fatto.

Complessivamente, secondo la relazione tecnica, alle attuali 600.839 unità dell’organico di diritto per l’a.s. 2014/2015 si aggiungono 48.812 docenti assunti sui nuovi posti per l’organico per il potenziamento dell’offerta formativa e 7.623 posti che verranno strutturati nell’organico dell’autonomia.

Poiché su tutti quei posti considerati come nuovo organico di diritto verranno nominati insegnanti stabili, la percentuale residua di non stabilità tra organico di diritto e organico di fatto tenderà allo zero.

Non sono qui considerati i posti di sostegno e viene valutata la situazione a regime, ma sembra emergere una nuova situazione nel rapporto tra docenti di ruolo e docenti con contratto a tempo determinato ben lontano dall’attuale 8% medio. È il risultato possibile della riforma che potrebbe dare, finalmente, al sistema una condizione di stabilità, dove stabilità vuol dire anche continuità didattica e qualità.