Ordine, disciplina e grembiule fanno una strategia?

Da qualche tempo anche la scuola, rimasta finora ai margini delle polemiche anche per il prudente equilibrismo continuistico del ministro Marco Bussetti, sta risentendo dell’infuocato clima preelettorale che vede i due partner del governo giallo-verde contrapporsi sui principali temi, dalla politica estera all’immigrazione, dalle grandi opere come la TAV ai problemi della giustizia e della legittima difesa.

In cerca di visibilità elettorale, ma anche per rimarcare ulteriormente il da lui ambito ruolo di massimo garante della sicurezza, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha collezionato in breve tempo una serie di prese di posizione in materia di politica scolastica che nel loro insieme prefigurano se non una strategia compiuta almeno un abbozzo di visione del ruolo della scuola e degli insegnanti all’interno della società.

Prendendo lo spunto dal recente (ennesimo) episodio di aggressione nei confronti di una docente verificatosi a Lodi, Salvini ha auspicato l’“arresto immediato per questa ‘madre’ violenta, massima solidarietà agli insegnanti che devono subire l’imbecillità di qualche alunno e, purtroppo, anche di qualche genitore” (a proposito, la madre autrice dell’aggressione, intervistata da “Il Giorno” e per niente pentita, ha dichiarato: “Mi dispiace soprattutto per le parole del ministro Matteo Salvini che appena dopo l’episodio ha invocato il mio arresto. Io sono leghista e apprezzo molto Salvini”).

Nelle stesse ore il leader leghista ha dato un’interpretazione della legge sull’educazione civica, appena approvata dalla Camera con il voto di tutte le forze politiche, in chiave soprattutto di educazione a comportamenti corretti, rispettosi degli insegnanti. In un comizio a Tivoli ha poi ventilato l’installazione delle videocamere in classe anche nelle scuole secondarie superiori, non per controllare i docenti, ha specificato, ma per proteggerli dalla violenza di certi studenti.

L’azione concentrica della Lega per conquistare il voto del nutrito corpo insegnante – da sempre bacino elettorale del centrosinistra e recentemente passato in massa sotto il cielo pentastellato – non si ferma alle dichiarazioni. Sempre in questi giorni il deputato della Lega Rossano Sasso ha annunciato di aver depositato una proposta di legge “insieme a tutti i colleghi della Lega presenti in Commissione Cultura della Camera, con cui si inaspriscono fortemente le pene per chiunque usi violenze fisiche e verbali nei confronti degli insegnanti, durante l’esercizio delle proprie funzioni”. Per l’on. Sasso “dobbiamo restituire autorevolezza alla figura del professore, tutti devono capire che la scuola è un luogo sacro, inviolabile”.

Per far fronte al crescente fenomeno increscioso delle aggressioni agli operatori scolastici (Tuttoscuola ha istituito un apposito “contatore”, che ha documentato ben 36 aggressioni solo nell’ultimo anno scolastico https://www.tuttoscuola.com/insegnanti-sotto-attacco-1-il-contatore-di-tuttoscuola/), non si cerca – a quanto pare – la strada di recuperare l’alleanza educativa investendo sulle scuole e sulle azioni che esse possono mettere in campo per rafforzare la corresponsabilità educativa e l’inclusione, né si punta a restituire prestigio alla professione insegnante rendendo più selettivo l’accesso, definendo un percorso professionale e retribuzioni più vicine alla media europea, ma si cerca una via “securitaria” che tanto successo ha portato finora in termini di consenso.

Ma non è finita qui. Parlando sabato scorso a San Giuliano Terme il ministro degli interni e vicepremier Salvini ha detto che “è soprattutto sui bambini che dobbiamo investire in educazione per non avere ragazzi che a vent’anni sono solo dei casinisti”.E a proposito dei bambini ha aggiunto che gli piacerebbe che essi tornassero a indossare il grembiule: non per irreggimentarli, come se fossero divise, ma “per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela”.

Una motivazione ‘di sinistra’, insomma, per evitare accuse di autoritarismo. Anche se “qualcuno”, ha aggiunto Salvini, “griderà allo scandalo ed evocherà il Duce, ma un paese migliore si costruisce anche con ordine e disciplina. 

Ordine, disciplina, inasprimento pene, telecamere e grembiuli possono fare una strategia? Per la senatrice del PD Simona Malpezzi no: “Salvini vuole il grembiule a scuola? Bene, ma prima investa sulla formazione dei docenti, sulla continuità didattica, sul tempo scuola esteso ovunque, sull’innovazione, sulle scuole sicure”.