Orario degli insegnanti, la scuola ha bisogno di un ritorno alla sostanza

Abbiamo ricevuto un’email del nostro lettore Paolo Baracani, sul tema del possibile aumento dell’orario di lavoro dei docenti. Volentieri la pubblichiamo.  

Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Gentile Direttore,

da insegnante che opera sul campo assisto da qualche anno con amarezza ad una perdita di capacità della scuola superiore italiana nel fornire ai nostri studenti gli strumenti fondamentali per la vita ed il lavoro nella società contemporanea: in primo luogo una buona motivazione, l’abitudine all’impegno, una efficace capacità di apprendere spendibile sia nel proseguimento degli studi, sia nell’attività lavorativa che oggi richiede flessibilità e continuo aggiornamento.

Ciò avviene nell’indifferenza della politica che, dopo l’ultimo intervento riformatore del duemila, il quale pur gravato, a mio avviso, da difetti ed errori, puntava al perseguimento di obiettivi didattici, si è limitata a d interventi quasi soltanto strutturali, volti essenzialmente al risparmio, con conseguente diminuzione di posti di lavoro, mentre si è assistito al proliferare di una burocrazia spesso inutile e dispendiosa mentre diminuivano gli strumenti a disposizione degli insegnanti per il perseguimento degli obiettivi proposti anche dalle recenti linee guida ministeriali (si sono ridotte le ore disciplinari, i finanziamenti alle scuole finalizzati alla didattica, accorpamenti di classi e aumento del numero di studenti per classe, aumento di adempimenti formali che sottraggono tempo alla didattica). Tutto ciò sta rendendo meno efficace l’attività didattica e frustrando il corpo insegnante.

L’annunciato provvedimento dell’aumento dell’orario di lavoro sembra andare in questa direzione mentre gli insegnanti non hanno bisogno di ore in più da dedicare ad adempimenti che diverrebbero inevitabilmente formali (dedicano già molte ore non riconosciute ad attività connesse alla didattica: preparazione di lezioni, di esperienze di laboratorio, di prove di verifica, correzione di compiti, realizzazione di progetti didattici e di unità interdisciplinari, ricerca ed aggiornamento, ecc oltre a quelle ore dedicate a collegio dei docenti, consigli di classe, riunioni di dipartimento, commissioni, ecc) bensì di strumenti operativi che permettano loro di perseguire più efficacemente gli obiettivi didattici.

La scuola italiana ha bisogno di un ritorno alla sostanza, supplico le autorità competenti di agire in questa direzione.

Distinti saluti

Paolo Baracani

insegnante Liceo Classico – Linguistico Biella