Oltre un miliardo per migliorare l’offerta formativa delle scuole con la card elettronica

Il comma 121 della legge 107/15, nel disciplinare la nuova materia del bonus di 500 euro per l’aggiornamento dei docenti, insiste sul valore professionalizzante della risorsa acquistata.

In diversi passaggi la norma esplicita infatti la finalità dell’utilizzo della risorsa: Al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionaliacquisti comunque utili all’aggiornamento professionale … iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali corsi di laurea, post lauream inerenti al profilo professionale.

Non vi è dubbio: quei 381,137 milioni annui della card-bonus (ben più di un miliardo ogni tre anni), che lo Stato stabilmente mette a disposizione dei suoi insegnanti, devono servire a potenziare, migliorare, qualificare il loro livello professionale, prima che culturale. E, attraverso il miglioramento professionale dei docenti, qualificare l’offerta formativa delle scuole.

La rendicontazione finale, però, potrà accertare (soltanto parzialmente) l’impiego personale della risorsa, ma non avrà lo scopo o la possibilità di verificarne la ricaduta sul livello professionale del docente. Ricaduta positiva che, pertanto, è rimessa soprattutto alla responsabilità personale del docente a cui lo Stato, oltre ad assegnargli quella somma, gli accorda anche la fiducia del suo buon uso secondo le finalità della legge.

Il comma 121 si conclude con una specie di raccomandazione-invito per aderire ad “iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole”. Che è come dire: caro docente, il tuo aggiornamento finalizzalo agli obiettivi della tua scuola.