OK al contratto: due piccioni con una fava

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 18 novembre, ha finalmente dato l’ok al contratto del personale scolastico, tenuto a bagnomaria per un tempo indefinito.
L’accordo approvato ritorna ora all’Aran che lo girerà alla Corte dei Conti per l’autorizzazione finale che dovrà avvenire entro 15 giorni, passati i quali scatta il silenzio assenso, e l’accordo potrà comunque essere sottoscritto dalle parti, diventando finalmente contratto vero e proprio.
Si può ipotizzare che in settimana la procedura approvativa si concluda, consentendo la sottoscrizione definitiva del contratto entro novembre.
A quel punto, però, con tutta probabilità non sarà più possibile erogare gli attesi arretrati contrattuali per dicembre in coincidenza con la tredicesima mensilità, ma il personale scolastico non dovrebbe dispiacersene più di tanto perché incasserà il tutto non molto tempo dopo (gennaio-febbraio 2006) con le spese natalizie salvaguardate comunque dalla 13.ma.
A questo punto l’ok del Governo consente al bilancio statale di chiudere l’esercizio 2005 con minori spese, e di contenere, quindi, il disavanzo il più possibile vicino agli obiettivi europei.
Oltre a questo punto a favore, il Governo ha giocato con tempestività contro lo sciopero dell’intera giornata del 25 novembre prossimo che, per il comparto scuola, si fonda proprio sulla mancata approvazione dei benefici contrattuali.
Lo sciopero del 25 novembre è stato proclamato, per molte altre categorie di lavoratori, contro la legge finanziaria che il Parlamento si accinge ad approvare. Ma la scuola, invece, non dovrebbe essere direttamente penalizzata da questa finanziaria (niente tagli di organico o altre misure contro; ma è più prudente attendere l’approvazione definitiva).
Scioperare, dunque, nonostante l’approvazione del contratto potrebbe sembrare del tutto inutile. È forse quello che spera il Governo che conta di portare a casa anche questo secondo punto a favore.