Ogni anno 119 mila giovani senza istruzione o formazione

La principale causa della non ottimale percentuale di diplomati tra i 20 e i 24 anni è da ricercare principalmente nella dispersione scolastica, che il rapporto UE sugli obiettivi di Lisbona chiama “tasso di 18-24enni con solo licenza di I grado (o meno) e che non frequentano percorsi di istruzione/formazione”.

L’entità in casa nostra del fenomeno dei giovani di limitata istruzione sembra non essere adeguatamente conosciuto e sottostimato dai nostri politici.

Lo stesso ex-ministro Sacconi alcuni mesi, pur mostrando preoccupazione per il fenomeno, ne stimava la quantità complessiva in alcune decine di migliaia all’anno (46 mila).

Ma cosa dice Eurostat in proposito nell’ultima rilevazione della Commissione europea disponibile pubblicata nella primavera scorsa?

I giovani 18-24enni che nel 2009 risultavano avere interrotto dopo la scuola media (o anche prima) qualsiasi forma di istruzione o formazione, oppure non averla portata a termine, erano in Italia il 19,2% (l’anno prima erano il 19,7%). Se si considera che quel 19,2% riguarda i 4.326.000 giovani nati tra il 1987 e il 1993 (dati ufficiali Istat), si può facilmente calcolare che sono 835mila i dispersi di quella fascia di età per una media annua pari a circa 119mila.

La media europea è del 14,4% (migliorata di mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente). Per il 2020 i Paesi dell’Unione sono impegnati a ridurre quella dispersione al 10%. L’Italia ce la farà? Una dozzina di Paesi dell’UE ha già raggiunto il 10% o lo sta per raggiungere. Dietro di noi ci sono soltanto l’Islanda, il Portogallo, la Spagna, Malta e la Turchia…