Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Nuovi scenari di riforma: il ‘capability approach’

Dopo anni di rifiuto delle riforme di carattere generale da parte di ministri di orientamento politico anche assai diverso (Fioroni teorizzò i piccoli aggiustamenti coniando l’immagine del ‘cacciavite’, Gelmini si disse allergica alle riforme, il tecnico Profumo dichiarò di volersi limitare a ‘oliare’ il sistema, Carrozza si propose soprattutto di razionalizzarlo) sembra ora che la tematica delle riforme scolastiche stia ricevendo maggiore attenzione sul versante della politica e anche su quello della ricerca e del dibattito teorico.

L’attuale ministro Giannini, che fin dall’inizio del suo mandato ha sottolineato di considerarsi un ministro ‘politico’ e non un tecnico, ha lanciato messaggi in varie direzioni mostrando disponibilità al cambiamento. Ed è cresciuta la consapevolezza che alcune problematiche come quella della dispersione, del mismatch tra output del sistema formativo e fabbisogni di lavoro qualificato delle imprese, dei troppi giovani NEET (Not in Employment, Education, and Training) non possono essere affrontate con le mezze misure o le misure fallimentari adottate in questi anni.

Anche la riflessione sulla qualità, sull’equità e sulla stessa mission del sistema scolastico è oggetto di una rinnovata attenzione, di cui sono testimonianza i Rapporti sulla qualità e i dossier di Tuttoscuola, come l’ultimo sulla dispersione, e la ripresa di una pubblicistica che non si limita a descrivere e deprecare il disastro della scuola italiana ma cerca di approfondire le ragioni di fondo dei fenomeni e di riflettere su possibili scenari alternativi, fondati su una nuova “visione strategica di medio-lungo periodo”, come scrive Umberto Margiotta in un interessante articolo pubblicato sul numero 1/2014 del quadrimestrale Scuola democratica, con il titolo ‘Un pensiero strategico per dar forma alla scuola secondaria superiore’.

Non riformare dunque ma “dare forma”, cioè ripensare, rifondare sulla base di un’idea guida, un “pensiero strategico”, tutto il percorso formativo dai 5 ai 18 anni. L’idea, ispirata ai modelli e ai valori post-economicisti di Amartya Sen e Martha Nussbaum, è quella di dare il massimo sviluppo ai potenziali di apprendimento individuali (“capabilities”) per i primi 10 anni dedicando il biennio 13-15 anni al consolidamento della personalità e all’orientamento per poi consentire, nel triennio conclusivo, scelte più consapevoli e mature. 

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