I morosi della retta per la mensa scolastica: nuova frontiera

Da anni c’è una spina nel fianco delle scuole italiane con servizio di mensa per gli alunni: la morosità di tanti genitori che non pagano la refezione consumata dai loro figli.

Per vincere la morosità (ci sono genitori che non pagano la retta di mensa da anni) spesso non bastano solleciti, diffide o ingiunzioni: molti genitori resistono, sapendo che ben difficilmente le scuole, per rivalsa, negheranno la mensa ai figli dei morosi, considerato anche che, nei pochi casi in cui questo è avvenuto, gli alunni sono stati considerati vittime strappando a volte la solidarietà dei loro insegnanti. Qualche dirigente scolastico ha pensato di rendere pubblici i nomi dei morosi, con tanto di esposizione all’albo della scuola, ma l’ipotesi è frenata dal timore di violare la privacy.

Secondo quanto riferiscono molti dirigenti scolastici, i morosi sono in buona parte di famiglie abbienti e del ceto sociale medio alto. Rari i poveri diavoli che non riescono a sbarcare il lunario.

In questa guerra delle rette per la mensa scolastica si inserisce un episodio sorprendente, riportato dal Corriere della Sera sabato 20 maggio scorso.

A Milano, secondo quanto riferisce il giornalista Massimo Gramellini, il presidente del Codacons, l’Associazione in difesa dei consumatori, “non paga da anni la mensa scolastica delle figlie perché – dice – il cibo non è un granché.”

Nell’intervista rilasciata a Rossella Verga del Corriere il presidente avrebbe spiegato infatti che il cibo della mensa “non è in linea con l’alimentazione che intendiamo seguire”.

Quale sia questa linea – osserva il giornalista – non è dato sapere, ma è quanto basta perché si senta autorizzato a non pagare.

Il tono del commento giornalistico è caustico nell’immaginare il comportamento del personaggio: “Al bar paga il caffè soltanto quando è buono, altrimenti niente. In edicola compra tre giornali, ma ne paga uno, perché gli altri due hanno titoli che non lo convincono. Stesso discorso per i parcheggi: paga quelli all’ombra”. E così via con altri possibili comportamenti sarcasticamente commentati.        

Conclusione finale del giornalista: “Vorrei denunciare al Codacons le migliaia di cittadini milanesi fuori linea che si ostinano a finanziare la mensa dei figli per consentire a quelli del presidente di mangiare a sbafo e a lui di recitare la parte della vittima”.