Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Monitoraggio sulle Indicazioni: una continuità più dichiarata che praticata

La legge n. 111 di questa estate ha lanciato in grande stile la generalizzazione degli istituti comprensivi nel primo ciclo d’istruzione, disponendo contestualmente la soppressione dei circoli didattici e degli istituti principali di scuola media.

Le istituzioni scolastiche, dunque, si verticalizzano comprendendo scuole dell’infanzia, elementari e medie sotto un’unica dirigenza e con una sola amministrazione.

Ma una volta verticalizzata la struttura sarà verticalizzato anche il curricolo? E le scuole vivranno in continuità didattica e operativa tra di loro?  

Il monitoraggio sulle Indicazioni pubblicato dal Miur ha cercato di dare una risposta a queste e ad altre domande in una specifica sezione dedicata alla continuità (tra scuola dell’infanzia e scuola primaria; tra scuola primaria e scuola secondaria di I grado).

Nel primo rapporto di continuità (infanzia-primaria) nel report si osserva che “La continuità sembra essere attuata nelle modalità progettuali e di organizzazione piuttosto che come pratica didattica”.

Infatti operano commissione per la continuità (56% delle istituzioni scolastiche), vi è progettazione di attività comuni (42%), incontri tra docenti (35%) per confrontarsi, progettare e conoscersi, ma soltanto nel 18% vi sono incontri sistematici tra sezioni e classi (18%).

Nonostante sia prevista, dunque, in più della metà delle istituzioni scolastiche una commissione continuità, solo due scuole su dieci prevedono gli incontri tra i bambini di scuola dell’infanzia e gli alunni della scuola primaria.

Insomma una continuità più dichiarata o progettata che praticata.

Nel rapporto tra scuola primaria e scuola secondaria di I grado viene messa in evidenza una situazione simile: alta percentuale di istituzioni scolastiche che hanno una commissione per la continuità (64%), progettano attività comuni (41%), svolgono sull’argomento incontri tra docenti (36%), ma, quanto a incontri sistematici tra le classi, si fermano all’11%. 

Anche qui la continuità è progettata e discussa, ma poco praticata, dal Sud al Nord e nella statale come nella paritaria.

I nuovi istituti comprensivi riusciranno nell’arduo compito di realizzare la continuità?

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