Accordo sulla mobilità: il 29 dicembre si firma l’intesa

L’incontro tra la ministra Fedeli e i sindacati si è concluso in tarda serata. Se nel pomeriggio non sembrava prospettarsi alcun accordo tra le parti, in serata l’incontro ha subito un’accelerata che ha lasciato intendere che fosse possibile trovare un’intesa. E così è: alle 10 del 29 dicembre si firma l’intesa con la ministra.

Ripartire dalla mobilità. Oggi, 28 dicembre, l’ incontro della ministra Fedeli con i sindacati è stato proprio su questo tema. Probabilmente  chiesto un passo indietro rispetto alla legge 107, visto che obiettivo dei sindacati è senza dubbio quello di mantenere la possibilità per gli insegnanti di essere trasferiti su scuola senza passare dagli ambiti territoriali, con conseguente assoggettamento alla chiamata diretta. 

Indiscrezioni ancora da confermare parlano di alcuni punti di intesa raggiunti. Si tratterebbe in primis dello sblocco del vincolo triennale che permetterebbe agli insegnanti, anche a quelli entrati in ruolo l’anno passato, di fare domanda di trasferimento interprovinciale. Ancora da decidere lo sblocco triennale per gli assunti 2016/17.

La mobilità interprovinciale non sarà più sul 100% dei posti: un 50% sarà destinato alla mobilità, l’altro 50% alle immissioni in ruolo.

Per quanto riguarda il nodo della mobilità, pare che ci sia la possibilità di esprimere fino a un massimo di 15 preferenze con un numero basso di scuole e uno alto di ambiti e province. In mattinata si saprà meglio anche se ci sarà o meno la possibilità di aumentare il numero di scuole.

 

Aspettiamo la mattina del 29 dicembre per avere conferme e notizie più certe. Certo è che tra gli obiettivi dei sindacati presenti all’incontro del 28 dicembre, quindi Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda Insegnanti, c’è stato quello di fare in modo che i docenti costretti a lavorare lontano da casa possano riavvicinarsi. E’ proprio questo infatti lo scopo della deroga per il vincolo triennale di permanenza che, però, ha anche sollevato le proteste degli insegnanti ancora iscritti nelle GaE e che vedrebbero sfumare le possibilità di essere assunti in quanto i posti disponibili diminuirebbero.