Miur/1: punti e questioni sul Piano nazionale Scuola Digitale (PNSD)

Di strada da fare ce n’è ancora tanta per rendere operativi gli accordi dello scorso 18 settembre tra Miur, Regioni ed Uffici scolastici regionali. Nella sostanza si è fatto poco, soprattutto per far cambiare marcia ad un’amministrazione che sul piano attuativo appare balbettante. Sono, infatti, discontinue le azioni rivolte alla scuola digitale.

E’, quindi, vitale partire con il piede giusto per affrontare in modo deciso la definizione delle linee guida, ancora non formalizzate, che ha concorso a far lievitare il ritardo.

Le linee guida del Miur, necessarie per la realizzazione del progetto Scuola 2.0, rappresentano un aspetto qualificante per l’inserimento generalizzato delle tecnologie nei contesti di apprendimento. La lentezza sembra doversi attribuire alla “… vacanza del direttore generale della DG per gli Studi, la Statistica e i Sistemi informativi”, tanto da aver spinto il Miur ad affidare al direttore generale dell’ufficio scolastico regionale il compito di “… curare per conto di questo Ministero, le attività prescritte dall’articolato dell’Accordo… facendosi carico dei compiti attribuiti al Responsabile dell’esecuzione dell’Accordo”.

Bene il decentramento operativo, meno convincente la previsione, anche in assenza delle norme attuative della disposizione legislativa di “resurrezione” dell’INDIRE, di affidare la “cura” delle attività di formazione a quest’ente che si fa carico (vedi nota inviata nei giorni scorsi ai Direttori generali Regionali) “… di progettare l’impianto generale di formazione, compresi i materiali e la formazione dei formatori… L’organizzazione territoriale sarà curata da ciascun U.S.R. in accordo con l’I.N.D.I.R.E …  le suddette attività saranno realizzate con fondi appositamente stanziati da questo Ministero”.