Brambilla: ‘Dati mobilità sostegno, disfatta del diritto allo studio’

Quasi un alunno disabile su 2 ha cambiato insegnante di sostegno. Se i dati sulla mobilità e la discontinuità didattica lanciati dal nostro portale la scorsa settimana erano sconfortanti, lo sono ancora di più quelli relativi all’ultimo dossier di Tuttoscuola, “Mobilità docenti di sostegno 2017: lo tsunami che colpisce gli alunni disabili“. Se, infatti, oltre 2 milioni e mezzo di alunni (il 33% dell’intera popolazione scolastica) si trovano quest’anno con almeno un insegnante nuovo in classe, è andata peggio agli studenti con disabilità, perché almeno 100 mila di loro (il 43% dei 233 mila alunni disabili presenti quest’anno nelle classi di ogni ordine di scuola) hanno cambiato il docente di sostegno.

Il dossier sulla ‘mobilità selvaggia’ degli insegnanti di sostegno, pubblicato da Tuttoscuola e anticipato dal Corriere della Sera, certifica una vera e propria disfatta su questo fronte delicatissimo del diritto allo studio”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. “In un Paese che si dice civile – aggiunge – certe cose non dovrebbero accadere, è una vergogna”.

Mentre il governo esercita solo in extremis le deleghe della cosiddetta ‘Buona scuola’, e discute, per esempio, se applicare ai bambini delle elementari l’’educazione di genere’ – sottolinea la presidente – emerge che sono interessati a vario titolo da trasferimenti, nell’anno scolastico 2016-7, circa 60 mila insegnanti di sostegno su 137.501. Cioè più di due docenti su cinque hanno cambiato, o stanno cambiando, scuola. Benché gli insegnanti di sostegno costino allo Stato 5 miliardi in stipendi, non soltanto non si riesce ad assicurare uno stabile supporto agli alunni disabili, ma se ne costringono circa 100 mila, su 234 mila, a cambiare molto spesso la figura di riferimento. Con quali danni per i ragazzi, e quale violazione dei loro diritti, è facile per chiunque immaginare. Affronteremo anche questo tema nell’indagine sulla salute psico-fisica dei minori disabili che la commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha avviato”.

Ma non è tutto. “Resta grave – incalza l’ex ministro – il problema della distribuzione territoriale degli insegnanti di sostegno, con i disabili del Mezzogiorno che possono contare su 11 mila docenti in più, mentre nel centro-nord la cattedre restano più spesso scoperte e fioccano le cause (sacrosante) delle famiglie contro lo Stato inadempiente. Da Tuttoscuola – continua – apprendiamo inoltre che il ‘concorsone’ lascerà comunque vacanti il 40 per cento dei 5 mila posti di insegnante di sostegno ‘regolarizzati’. Non dimentichiamo, infine, che tra le competenze delle Province da riassegnare a Regioni e città metropolitane ci sono anche il trasporto gratuito per le scuole secondarie e l’assistenza per gli alunni con cecità e sordità nelle scuole di ogni ordine e grado e per gli altri alunni con disabilità nelle scuole superiori. Con i tagli operati dalla legge di stabilità tale ridistribuzione è divenuta, se non impossibile, estremamente difficoltosa. Ecco – conclude l’on. Brambilla – il panorama che la ‘Buona scuola’ offre agli alunni disabili e alle loro famiglie, con la prospettiva di dover affrontare un’odissea dolorosa, e magari ricorrere alla giustizia, per ottenere il rispetto di un diritto costituzionalmente garantito”.